(dall’inviata Assunta Cassiano) – Dopo il rinvio a giudizio per corruzione dello scorso luglio, Luca Palamara dovrà affrontare un processo per l’accusa di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio in relazione a uno degli episodi contestati dalla Procura di Perugia nel capitolo delle rivelazioni ai giornalisti del Fatto Quotidiano e della Verità. Il gup Angela Avila, dopo due ore e mezzo di camera di consiglio, ha disposto il processo, fissandolo per il prossimo 19 gennaio, in relazione all’accusa, contestata in concorso con l’ex pm Stefano Rocco Fava, per aver rivelato notizie d’ufficio “che sarebbero dovute rimanere segrete”, e in particolare “che Fava aveva predisposto una misura cautelare nei confronti di Amara per il delitto di autoriciclaggio e che anche in relazione a tale misura il procuratore della Repubblica non aveva apposto il visto”.
Per Palamara è stato disposto il non luogo a procedere in relazione all’altro episodio di rivelazione ai giornalisti e il proscioglimento perché il fatto non sussiste in relazione all’accusa di rivelazione per l’esposto presentato da Fava presso il Comitato di Presidenza del Csm. Accusa che era contestata all’ex consigliere del Csm in concorso con l’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio: quest’ultimo, dopo aver optato per il rito abbreviato, lo scorso 23 luglio era stato assolto dal gup Piercarlo Frabotta. A processo andrà anche l’ex pm di Roma Stefano Rocco Fava, all’epoca dei fatti sostituto procuratore nella capitale e ora giudice civile a Latina, oltre che per lo stesso episodio contestato a Palamara, per le accuse di abuso d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico.