Caso Orlandi, la sorella di Emanuela: “Da mio zio solo avances verbali”

(Adnkronos) – “Non esiste stupro, è un fatto che risale al 1978, mio zio mi fece solo semplici avances verbali, al momento fui scossa ma finì lì e lo raccontai solo al nostro sacerdote in confessione”. Così Natalina Orlandi, sorella di Emanuela – la giovane cittadina vaticana scomparsa misteriosamente nel 1983 – chiarisce in una conferenza stampa la vicenda emersa dopo il servizio mandato in onda ieri dal tg La7 su una nuova pista che porterebbe al coinvolgimento dello zio della Orlandi, ormai morto. 

“Questo fu il rapporto con mio zio. E infatti le nostre famiglie sono unite. Io questa cosa la tenni per me. Poi nell’83 mi hanno chiamato e subii un interrogatorio. Erano cose che sapevano tutti, magistrati inquirenti e investigatori. È finita lì e non portò a nulla”, aggiunge Natalina. 

La conferenza stampa è stata voluta dall’avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò che attacca: “Quello che è successo ieri meritava un approfondimento. Siamo stati travolti da questa notizia, ieri si è fatta macelleria della vita delle persone. Dal tg de La7 – sottolinea Sgrò – abbiamo appreso che è tornata in auge una pista, vengono raccontati fatti molto privati, la vita di Natalina Orlandi è stata messa in piazza e macellata. Ho ritenuto che fosse Natalina a raccontare quello che è successo, ieri le vicende personali della famiglia Orlandi sono state macelleria”, insiste.  

Ma per Pietro Orlandi la lettura da dare ai fatti è chiara: “Qualcuno all’interno del Vaticano sta facendo di tutto per spostare l’attenzione all’esterno, per scaricare qualunque responsabilità su altri, addirittura sulla famiglia”, afferma. “Diddi sta lavorando per arrivare a una verità di comodo, non alla verità”, aggiunge.  

“Faccio appello ai senatori, sono convinto che la commissione parlamentare possa portare alla verità e infatti il Vaticano la teme e non la vuole. Mi auguro che passi la votazione. Ieri Il Vaticano ha calpestato le ultime briciole di dignità. Io sono convinto – chiarisce Pietro Oralndi – che Papa Francesco con l’apertura dell’inchiesta volesse fare passi avanti ma qualcuno sta facendo di tutto per spostare l’attenzione fuori dal Vaticano”, insiste. 

 

(Adnkronos)