“La situazione, sia ben chiaro, è molto diversa perché abbiamo i vaccini. Però troppe persone oltre i 60 anni non colgono l’appuntamento con i centri di somministrazione e restano vulnerabili al virus. Tra 70 e 80 anni la letalità è del 10% quindi il rischio non si è estinto. Sono molto preoccupato per loro. Ci vuole una campagna di sensibilizzazione rivolta a questa fascia di età. Oppure andiamoli a cercare casa per casa per avviare un dialogo costruttivo”. Ad affermarlo in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, è Luca Richeldi, pneumologo del policlinico Gemelli, che nel Cts ha ‘militato’ per dodici mesi.
“Non parlano solo i numeri a favore dei vaccini, ma quello che succede negli ospedali. Da molte settimane in un policlinico grande come il nostro non sono stati ricoverati per Covid pazienti completamente immunizzati. Dovrebbe bastare questa evidenza per persuadere gli esitanti, a maggior ragione considerando le varianti del virus”, sottolinea Richeldi.
Per Richeldi “bisogna prepararsi a un possibile aumento dei contagi dopo un’estate giustamente vissuta in libertà. Spero che tutti trascorrano questi mesi con senso di responsabilità e consapevolezza. Il virus c’è ancora nel mondo e più resta in giro più cresce la possibilità che emergano mutazioni capaci di ‘bucare’ i vaccini. Non si può certo rischiare”.