L’Italia intende concordare con l’Ue un piano di aggiustamento dei conti in sette anni. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’introduzione al Def, trasmesso alle Camere e visionato dall’Adnkronos.
“Le riforme e gli investimenti costituiranno anche l’ossatura del futuro Piano strutturale di bilancio di medio termine. A tale riguardo, il governo è già a lavoro con le amministrazioni, le istituzioni e le strutture tecniche per valutare gli impatti che la nuova governance avrà sui documenti programmatici e di rendicontazione, previsti dalla riforma delle regole europee”, scrive.
“Anche al fine di concordare con la Commissione europea l’estensione a sette anni dell’aggiustamento di finanza pubblica necessario a porre il rapporto tra debito pubblico e Pil su un sentiero di continua e sostanziale riduzione, il nuovo piano non potrà che partire dai risultati già conseguiti con il Pnrr, consolidandone gli investimenti e le riforme con particolare riferimento alla transizione ecologica e digitale. Allo stesso tempo, il piano risponderà alle esigenze di investimento della difesa e agli imprescindibili obiettivi di miglioramento dell’equità sociale e di ripresa demografica del Paese”.
“La nostra economia si è distinta per un elevato grado di resilienza a fronte di ripetuti shock e la crescita dell’occupazione è continuata anche in una fase di minore dinamismo del Pil” scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’introduzione al Def.
“Se le proiezioni aggiornate si caratterizzano, quindi – aggiunge – per essere coerenti con il nuovo sistema di regole la cui entrata in vigore è imminente, non da meno si connotano per il requisito della prudenza, minimo comun denominatore dei documenti di finanza pubblica approvati dal Governo in carica. A tale ultimo riguardo, infatti, il Programma di Stabilità parte dalla definizione del nuovo quadro macroeconomico, con una leggera revisione al ribasso rispetto alle previsioni di crescita presentate lo scorso settembre, nonostante la migliore competitività e dinamicità dimostrata recentemente dall’economia italiana”.
“Sebbene lo scenario di crescita dell’economia mondiale e le condizioni finanziarie siano lievemente più favorevoli rispetto al quadro su cui si basava la Nadef, i rischi di natura geopolitica e ambientale restano assai elevati”, afferma.
“A partire dal 2028, con il venir meno degli effetti di cassa, legati al Superbonus e a seguito del miglioramento di bilancio conseguente all’adozione delle nuove regole, il rapporto debito/Pil inizierà a scendere rapidamente” scrive. “Con il pieno coinvolgimento del Parlamento, il governo effettuerà sin da ora un’attenta azione di monitoraggio dei conti pubblici, proprio in vista della stesura del futuro Piano strutturale di bilancio di medio termine”.
Il governo, inoltre, “continuerà ad adottare misure volte a intervenire sul profilo del deficit, migliorandolo ulteriormente anche attraverso una revisione della disciplina dei crediti d’imposta al fine di ricondurlo al di sotto del 3 per cento entro il 2026 e a non discostarsi dai valori della Nadef anche per gli anni 2025 e 2026. Per tale motivo, si è ritenuto di rinviare all’imminente redazione del Piano la predisposizione di un nuovo quadro programmatico coerente con le nuove regole europee e con l’orizzonte quinquennale che sarà necessario adottare. Le azioni del Governo, inoltre, saranno rivolte a migliorare non solo i saldi di competenza, ma anche quelli di cassa, abbassando così il profilo del rapporto debito/Pil già nel breve periodo”.
“L’attenta valutazione dell’entità dello sforzo fiscale che sarà richiesto con l’entrata in vigore del nuovo sistema di regole ha portato il Governo a dare conto, in questo Documento, del fatto che le tendenze di finanza pubblica sono ampiamente allineate con gli andamenti programmatici della Nota di Aggiornamento del Def dello scorso settembre, e che quelli futuri non potranno che essere individuati al più tardi entro il 20 settembre di quest’anno. Sarà, infatti, in tale occasione che verrà chiesto all’Italia di presentare il nuovo Piano strutturale di bilancio di medio termine, con un orizzonte quinquennale e un particolare riferimento all’andamento della spesa primaria netta”.