(Adnkronos) – Diritto all’oblio oncologico, è legge. Il Senato ha dato il via libera all’unanimità, con 139 voti, al disegno di legge che introduce ‘disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche’, già approvato dalla Camera. Tanti gli interventi in Aula dei senatori con toni sentiti, visto il tema, con la consapevolezza bipartisan di fare un passo avanti per i diritti dei malati di tumore e di chi guarisce e potrà guardare con più diritti al futuro. “Complimenti al Senato, perché abbiamo votato una grande legge”, ha detto il presidente di turno, Gian Marco Centinaio.
Dall’accesso a un mutuo, a un finanziamento, a polizze assicurative, fino a un percorso di adozione di un figlio o di affidamento di un minore, passando per concorsi e lavoro. Sono alcuni degli ambiti in cui inciderà fortemente la legge sull’oblio oncologico, grazie alla quale le persone guarite da un tumore avranno diritto a non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica. Sull’applicazione delle disposizioni della legge vigilerà il Garante per la protezione dei dati personali.
Ecco dunque cosa prevede, nel dettaglio, la legge che introduce il ‘diritto all’oblio a seguito di guarigione’ oncologica. Ai fini della stipulazione o del rinnovo di contratti relativi a servizi bancari, finanziari, di investimento e assicurativi, non è ammessa la richiesta di informazioni relative allo stato di salute della persona fisica contraente concernenti patologie oncologiche da cui la stessa sia stata precedentemente affetta e il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di 10 anni alla data della richiesta. Tale periodo è ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del compimento del 21esimo anno di età. Tali informazioni non possono essere acquisite neanche da fonti diverse dal contraente e, qualora siano comunque nella disponibilità dell’operatore o dell’intermediario, non possono essere utilizzate per la determinazione delle condizioni contrattuali.
Per quanto attiene a procedure di adozione e affidamento dei minori, le indagini che vengono fatte sui potenziali genitori o affidatari non possono riguardare il loro stato di salute. Viene in particolare stabilito che tali indagini non possono avere a oggetto patologie oncologiche trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, ovvero 5 anni se la patologia è insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.
Per quanto riguarda l’accesso alle procedure concorsuali, quando nel loro ambito sia previsto l’accertamento di requisiti psicofisici o concernenti lo stato di salute dei candidati, si fa divieto di richiedere informazioni relative allo stato di salute concernenti patologie oncologiche da cui essi siano stati precedentemente affetti e il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di 10 anni alla data della richiesta. Periodo ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del 21esimo anno di età.
Viene rimessa a un decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il ministro della Salute – sentite le organizzazioni di pazienti oncologici che siano iscritte nella sezione Reti associative del Registro unico nazionale del Terzo settore o che abbiano la forma giuridica di associazioni di secondo livello iscritte al predetto Registro – la promozione di specifiche politiche attive per assicurare, a ogni persona che sia stata affetta da una patologia oncologica, uguaglianza di opportunità nell’inserimento e nella permanenza al lavoro, nella fruizione dei relativi servizi, e nella riqualificazione dei percorsi di carriera e retributivi.
“L’approvazione della legge sul diritto all’oblio oncologico pone l’Italia all’avanguardia in Europa. Si tratta di una battaglia di civiltà che segna la fine di troppe discriminazioni subite finora dai cittadini guariti dal cancro. Siamo orgogliosi di aver contribuito a questo importante risultato”. L’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom) e Fondazione Aiom plaudono alla decisione del Senato di approvare all’unanimità e senza modifiche il testo che ha già ricevuto l’ok della Camera dei Deputati lo scorso luglio.
“I cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare – afferma Francesco Perrone, presidente Aiom -. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell’ambito lavorativo. La Legge approvata anche al Senato prevede il divieto di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica dopo 10 anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva di malattia in questo periodo. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale, qualora sia prevista un’idoneità fisica e nell’ambito dei procedimenti di adozione. È, pertanto, una legge più avanzata rispetto a quanto stabilito in altri Stati che hanno già adottato norme su questo tema”.
È inoltre previsto che, con procedure da definire attraverso un tavolo tecnico del ministero della Salute, vengano istituite tabelle che consentano di ridurre ulteriormente questi tempi in base alla differente patologia oncologica. “Siamo pronti a collaborare con le Istituzioni per definire le tabelle e rendere subito operativa nei dettagli la nuova norma – spiegano Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom e Giordano Beretta, Past President della Fondazione -. Siamo finalmente arrivati alla definizione di una Legge etica, di una Legge di civiltà che migliora il reinserimento nella vita attiva dei cittadini che hanno superato la patologia oncologica. Sono 3,6 milioni le persone che in Italia vivono con una diagnosi di cancro e circa un milione deve essere considerato guarito. È indispensabile permettere ai pazienti, soprattutto ai più giovani, di godere di una vita libera e completa dopo la fine delle cure. Nel febbraio 2022 la Commissione Europea, nell’ambito del Piano Oncologico Europeo, ha auspicato che tutti gli Stati membri si dotino di una legge sul ‘Diritto all’Oblio Oncologico’ entro il 2025. Negli ultimi due anni, Fondazione AIOM ha lanciato una campagna informativa importante ed efficace, #iononsonoilmiotumore. Con la nostra petizione on line abbiamo raccolto oltre 108mila firme. È stata una battaglia molto importante, che ha contribuito a raggiungere questo importante risultato”.