Dopo addio ‘al veleno’ al Pd, ex-dem Lombardo con Calenda

Azione si struttura sul territorio e a Bologna oggi ‘accoglie’ l’ex-assessore Pd della giunta Merola, Marco Lombardo, balzato sulle cronache nazionali alcune settimane fa per una lettera di addio ‘al veleno’ ai dem in cui stigmatizzava l’alleanza con i 5 Stelle: “L’abbraccio elettorale del M5S al Pd è la fine della storia del riformismo nel partito democratico (…) Non c’è spazio per un pensiero riformista, libero ed indipendente”. Oggi l’ingresso in Azione.  

“Marco -ha detto Calenda a Bologna- sarà nelle prossime ore il candidato unitario di Azione” per il congresso che si svolgerà a inizio 2022 con i congressi regionali e provinciali a metà gennaio e quello nazionale a febbraio dopo il voto sul presidente della Repubblica. “E’ un percorso che stiamo facendo con Matteo Richetti sui territori, siamo stati la scorsa settimana in Campania dove sono entrati 185 amministratori locali. Ci avviciniamo al migliaio di amministratori locali in Azione e 23 sindaci. Questo per noi è ciò che costituisce la forza di un partito”.  

“Il nostro obiettivo non è prendere parlamentari, ma far diventare parlamentari amministratori capaci che i partiti tradizionali non valorizzano più. È un lavoro più lungo e meno visibile, ma è anche l’unico modo per cambiare la classe dirigente”. Il leader di Azione spiega che “le porte sono aperte. Noi abbiamo bisogno che la nuova classe dirigente per le prossime politiche venga dal territorio. Il nostro è percorso fatto di persone e non di somme di sigle”. E a chi gli chiede se in Emilia Romagna ci saranno altri ‘acquisti’ come Isabella Conti, che aveva sfidato Matteo Lepore alle primarie bolognesi, Calenda risponde: “Non ci ho parlato ma credo sia una delle migliori amministratrici, una vera riformista. Avviare dialogo ci piacerebbe, ma è in Italia Viva”.  

Calenda si sofferma anche sull’alleanza di centrosinistra e la vicenda del collegio di Roma 1 che andrà alle suppletive a gennaio. “Io non so che vogliono fare” sul collegio delle suppletive. “A Roma in quel collegio noi abbiamo preso il 32%. Hanno provato a candidare un 5 Stelle, M5S che ha preso il 5%. Dopo il pasticcio di Conte, io non ho più sentito nessuno del Pd. Allora è inutile che si continui a parlare di ‘campo largo’. La verità è che oggi Letta parla più con la Meloni che con noi. Se vuole fare un campo largo, Letta deve parlare. Il campo largo telepatico non si riesce a fare… necessita dell’utilizzo delle parole”.  

“Quello che dico a Letta è di non dire cose francamente poco credibili come ‘deciderà il Pd romano’. Cerchiamo di non spaccarci un’altra volta. C’è la candidatura della ministra Bonetti che è di grande qualità, ci sono altre candidature del Pd di grande qualità, noi abbiamo pronta la candidatura di Valentino Grippo su cui stiamo raccogliendo le firme. Noi non abbiamo preclusioni ma bisogna sentirsi e decidere insieme”.  

“Altrimenti questa vicenda del collegio di Roma chiarisce che non c’è nessun campo largo e che il Pd ha solo una stella polare: il M5S. Un Movimento che in tutte le elezioni amministrative ha preso meno della nostra lista a Roma. Quindi è veramente un accanimento. Consiglierei a Letta di prendere consapevolezza di questo e invece di ripetere ossessivamente il ‘campo largo’, lavori per costruirlo perchè da solo non si costruisce”.  

 

 

(Adnkronos)