Elezioni 2024, chiamata alle urne per 3.697 Comuni, 38 nel Mantovano

Elezioni 2024, le europee e il puzzle delle alleanze delle regionali hanno un po’ oscurato il capitolo delle comunali. Di solito, scrive oggi il Sole 24 Ore è, invece, “l’appuntamento “più partecipato dagli elettori, e soprattutto quest’anno configura un turno dalle dimensioni imponenti”.

Alle urne, che si apriranno sabato 8 e domenica 9 giugno in contemporanea con le europee e le altre amministrative, scrive il quotidiano economico finanziario, “andranno infatti 3.697 Comuni, cioè il 46,8% dei 7.899 municipi presenti oggi nel Paese”.

In provincia di Mantova saranno 38 i Comuni che dovranno rinnovare il consiglio comunale nel 2024, ben oltre la metà dei 64 Enti locali virgiliani. I prossimi 8 e 9 giugno, si voterà per i sindaci di Asola, Bagnolo San Vito, Borgo Virgilio, Borgocarbonara, Canneto, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castelbelforte, Cavriana, Commessaggio, Dosolo, Gazoldo, Gonzaga, Magnacavallo, Mariana, Marmirolo, Medole, Motteggiana, Ostiglia, Pegognaga, Piubega, Ponti sul Mincio, Porto Mantovano, Quingentole, Rivarolo Mantovano, Roncoferraro, Roverbella, Sabbioneta, San Giacomo delle Segnate, San Giorgio Bigarello, Schivenoglia, Sermide e Felonica, Serravalle, Solferino, Sustinente, Suzzara, Volta Mantovana.

Sul piano geografico, il rinnovamento amministrativo più consistente riguarda la Toscana, dove va a votare il 62% dei Comuni (184, dei quali 34 con più di 15mila abitanti e quindi interessati all’eventuale ballottaggio se nessuno conquista al primo turno la maggioranza assoluta) a partire da Firenze. La maggioranza di giunte e consigli locali è arrivata a fine corsa anche in Emilia-Romagna, Umbria e Molise (tutte e tre sono caratterizzate da una quota di enti al rinnovo tra il 57 e il 58%), mentre Piemonte, Lombardia e Marche attendono il voto in più di quattro Comuni su 10″.

“Le campagne elettorali locali saranno invece meno intense in larga parte del Centro-Sud, dalla Calabria alla Puglia, dalla Campania al Lazio – scrive il Sole 24 Ore -, dove i seggi saranno aperti in meno di un quarto dei Comuni, e molto saltuarie nei territori autonomi del Trentino Alto Adige e soprattutto della Valle d’Aosta, dove va a votare solo il piccolo Comune di Jovencan (poco più di 700 abitanti alle porte del capoluogo). Sul piano politico, la scena sarà dominata in particolare da Firenze e da Bari, ma per certi versi il prossimo è il turno elettorale delle città medie”.

“Nella fascia compresa fra 100mila e 250mila abitanti ci sono in Italia 32 città, e vanno al voto in 24, cioè il 75 per cento. I capoluoghi che stanno scaldando la macchina elettorale sono 27, e lì il contatore parte da 15 a 12 per il centrosinistra, intendendosi per tale quel campo largo la cui esistenza (insieme ai suoi confini reali) saranno messi alla prova sul campo per la prima volta appunto a giugno”.

“Circa 3.500 Comuni, dunque quasi il 95% di quelli chiamati al voto, non arrivano a 15mila abitanti quindi giocheranno in un turno unico le sfide di giugno. Sotto i 10mila residenti, dove la politica locale si sviluppa in genere per liste civiche formalmente e spesso anche sostanzialmente lontane dai partiti, si va a votare in 3.281 Comuni, il 49 per cento del totale”.

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(Adnkronos)