La vittoria agli Euro 2020? “Quanto è bello sapere di avere trasportato con noi l’Italia intera. Vi abbiamo preso per mano e portato con noi. Abbiamo davvero unito un po’ l’Italia. Pazzesco ma anche normale: io lo sapevo che saremmo arrivati in fondo, per questo ho pianto dopo l’infortunio. Non era dolore ma rabbia”. Così Leonardo Spinazzola, lo sfortunato giocatore della Nazionale e della Roma, a ‘La Repubblica’ racconta il suo infortunio contro il Belgio e la gioia per l’Europeo conquistato.
Il difensore-centrocampista giallorosso spiega gli attimi dell’infortunio nei quarti di finale. “Sento un colpo forte al tallone, con la coda dell’occhio cerco il belga che mi ha colpito ma non vedo nessuno, dietro di me quell’avversario non c’è. Arriva Cristante, crollo a terra e capisco. “Perché adesso, perché a me? Questo ho pensato. E poi ho pianto per quello che stavo perdendo”.
“Quando il presidente della Repubblica ha chiesto ‘dov’è il ragazzo con le stampelle?’ Ho capito su quale incredibile giostra emotiva ero salito, mi sa che non scendo più. Il crociato ti ferma la vita, il tendine devi solo aspettare che si calcifichi, è come uno strappo. Poi ci lavori sopra, non è un problema meccanico ma di fibre. Tra una settimana tolgo i punti e comincio con un obiettivo al giorno, e se tra 6 mesi non riprendo a giocare vado in campo per forza, da solo, e voglio vedere chi mi acchiappa”, conclude.