La data del 30 giugno è molto importante per le ferie e i permessi maturati in busta paga. Questa data, infatti, è la soglia limite entro cui il datore di lavoro deve far smaltire ferie e permessi residui.
Partiamo dalle ferie; ogni anno, salvo trattamenti di maggior favore che possono essere riconosciuti dai singoli contratti collettivi, ogni lavoratore ha diritto a quattro settimane di ferie, di cui due vanno godute entro l’anno di maturazione mentre per le rimanenti due c’è tempo altri 18 mesi.
Ciò significa che entro il 30 giugno di ogni anno bisogna aver smaltito le ferie maturate due anni prima. Il 30 giugno 2022 è stato dunque il termine ultimo per godere di tutte le ferie maturate nel 2020, pena sanzioni per il datore di lavoro.
Va detto, infatti, che le conseguenze sono solamente per l’azienda visto che le ferie non godute non si perdono dopo il 1° luglio e il lavoratore ne può usufruire in caso di necessità. Per l’azienda, però, il conto da pagare può essere elevato: come ci ricorda Money.it, infatti, oltre a farsi carico del versamento della contribuzione per le ferie non godute, l’azienda rischia anche una sanzione, per un importo che va dai 120 euro ai 5.400 euro.
Solitamente anche i permessi per riduzione dell’orario di lavoro, i cosiddetti Rol, devono essere goduti entro il 30 giugno (ma in questo caso dell’anno successivo a quello in cui sono stati maturati). Se non se ne usufruisce entro questa data, allora il dipendente avrà diritto a un’indennità sostitutiva per permessi non goduti.
A differenza delle ferie, infatti, i permessi possono anche essere monetizzati se non goduti. Ciò vale, però, solo per i Rol: altri permessi, come ad esempio quelli riconosciuti in caso di lutto, non possono essere pagati se non fruiti per intero.