La Commissione Europea, dopo un agosto con i prezzi del gas alla mercé degli annunci del Cremlino, mette sul tavolo cinque misure a breve termine per contenere le conseguenze del caro energia per famiglie e imprese del Vecchio Continente. A differenza di quanto avvenuto in occasione del pacchetto di sanzioni contro la Russia con l’embargo sul petrolio russo, tenuto in ostaggio per un mese dall’Ungheria di Viktor Orban, l’esecutivo comunitario questa volta prende tempo prima di presentare formalmente le sue proposte agli Stati membri, che sull’energia sono da sempre divisi anche a causa dell’eterogeneità dei mix nazionali, e diffonde un non-paper, un documento che mette in circolo delle idee che non impegnano formalmente chi le propone.
Le proposte formali arriveranno probabilmente la settimana prossima, recependo quindi gli input che emergeranno nella discussione tra i ministri nel Consiglio Energia che si terrà dopodomani a Bruxelles. Un modo di procedere, quello scelto in questo frangente da Ursula von der Leyen, che dovrebbe limitare il rischio di ‘incidenti’ di percorso. La presidente, a Bruxelles, non ha nascosto le difficoltà che l’Europa sta affrontando: “Viviamo tempi difficili, che non finiranno presto – ha detto – ma sono convinta che se mostriamo solidarietà, unità e determinazione, abbiamo la forza economica necessaria per superare” le difficoltà attuali. Lo stesso commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha ammesso che i rischi di finire in recessione per l’Europa stanno “aumentando”.
Tuttavia, la strategia di diversificazione degli approvvigionamenti, rivolgendosi a “fornitori affidabili” come Usa, Norvegia, Azerbaigian, Algeria, Egitto e Israele sta dando i suoi frutti, ha rimarcato von der Leyen, se è vero che l’Ue importa oggi solo il “9%” del gas naturale dalla Russia, contro il “40%” prima dell’aggressione all’Ucraina. Ciò malgrado, sottolinea la Commissione, la sospensione “deliberata” delle consegne di gas attraverso le principali pipeline, che colpiscono particolarmente “13 Stati”, e l’arresto “ingiustificato” delle consegne tramite il gasdotto transbaltico Nord Stream 1 “indicano uno scenario di totale interruzione delle forniture russe”. Per affrontare questo scenario, sottolinea la Commissione, è “indispensabile” che gli Stati agiscano “in uno spirito di solidarietà”.
La prima misura sul tavolo, ha spiegato von der Leyen, è “il risparmio intelligente di energia”, alla luce della “scarsità globale” di risorse. Oltre alla guerra in Ucraina, ha ricordato, giocano anche altri fattori, come il cambiamento climatico. Nei “picchi” di domanda di energia, arriva sul mercato il gas, che è “costoso”, dunque, per “smussarli e appiattire la curva, proporremo un obiettivo vincolante per ridurre l’uso dell’elettricità nelle ore di picco. Lavoreremo a stretto contatto con gli Stati membri su questo”.
Nel non paper la Commissione ipotizza aste, in cui particolari categorie di consumatori (imprese o consumatori al dettaglio aggregati) potrebbero fare offerte sull’ammontare di compensi finanziari che accetterebbero a fronte di riduzioni di consumo. Un meccanismo simile avrebbe un costo per il bilancio pubblico, dato che richiederebbe compensazioni, ma “sosterrebbe gli obiettivi Ue di sostenibilità”, osserva la Commissione. Per quanto riguarda la riduzione dei consumi in generale, Bruxelles lascia agli Stati decidere come procedere.
Secondo, aggiunge la presidente, “proporremo un tetto ai ricavi delle compagnie che producono elettricità a basso costo”. Le società che producono energia da fonti rinnovabili stanno ricavando “enormi introiti”, che “non hanno mai calcolato e neppure sognato, che non riflettono i loro costi di produzione. Proporremo di canalizzare questi profitti inattesi verso gli Stati membri, in modo che possano sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili”. Terzo, “la stessa cosa vale per gli utili inattesi delle società attive nei combustibili fossili”, che dovranno versare un “contributo di solidarietà”. Soldi che andranno a finanziare gli interventi pubblici in favore delle fasce più vulnerabili della popolazione, ma anche a sostenere gli investimenti nella produzione di “energia pulita attraverso le rinnovabili”.
La quarta misura riguarda le utilities, le compagnie che distribuiscono energia a cittadini e imprese, che, aggiunge von der Leyen, “devono essere sostenute per far fronte alla volatilità dei mercati. C’è un problema sul mercato dei futures e serve liquidità. Aiuteremo ad agevolare il sostegno di liquidità degli Stati membri per le compagnie energetiche”, cosa che avverrà “aggiornando il quadro temporaneo” degli aiuti di Stato, in modo che le garanzie possano arrivare “rapidamente”.
Infine, ha detto ancora von der Leyen, “proporremo un tetto al gas russo. Sappiamo tutti che le nostre sanzioni stanno mordendo in profondità l’economia russa, ma l’impatto è parzialmente attutito dai ricavi provenienti dai combustibili fossili. L’obiettivo è tagliare i ricavi per la Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina”. Si lavora anche sui prezzi del gas naturale liquefatto, che è molto costoso, ma qui la Commissione è più cauta, perché occorre restare “competitivi” di fronte ai fornitori, che potrebbero benissimo decidere di venderlo altrove.
La presidente non ha accennato al decoupling del prezzo dell’elettricità da quello del metano, una delle misure ventilate nei giorni scorsi per attutire l’impatto della crisi energetica: nel non paper la Commissione spiega che fa parte di un filone di lavoro diverso e che proposte in merito arriveranno “all’inizio del prossimo anno”.