Fare rumore perché Giulia Cecchettin non sia derubricata a vittima numero 105 di femminicidio nel 2023. Non tacere affinché diventi, invece, simbolo di una rivoluzione culturale e non venga mai dimenticata. Questo l’invito arrivato alla vigilia dei funerali della studentessa di Ingegneria biomedica uccisa a coltellate dall’ex Filippo Turetta, esequie che saranno celebrate oggi, martedì 5 dicembre, alle ore 11 nella basilica di Santa Giustina a Padova, nona tra le chiese del mondo per grandezza, segnata anche nel pavimento di San Pietro a Roma. Si dispensa dai fiori, nel nome della 22enne si facciano “offerte per opere di bene” è l’esortazione dei familiari, papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide.
“Chi può abbassi la serranda, spenga una luce in un negozio, suoni il clacson, ognuno nel suo piccolo dia un segnale. Domani (oggi, ndr.) in Veneto si faccia rumore per dire che i dati sulla violenza di genere sono inquietati, questa vicenda rappresenta uno spartiacque, deve essere una presa di coscienza culturale altrimenti va a finire che Giulia sarà dimenticata”, sono le parole di ieri del governatore Luca Zaia, il quale ha proclamato per oggi il lutto regionale e che presenzierà ai funerali. A Padova, dove la giovane era prossima alla laurea, sono attese almeno 10mila persone che potranno seguire la cerimonia, che sarà officiata dal vescovo, monsignore Claudio Cipolla, sui due maxischermi (uno sul sagrato della basilica e l’altro in Prato della Valle), dato che la chiesa contiene in tutto 1.200 posti.
L’omelia dovrà provare ad alleviare il dolore di una comunità che sperava in un finale diverso e di una famiglia che ha trasformato il lutto privato in un appello pubblico: “Parlate, denunciate”, l’invito di papà Gino e della primogenita Elena. L’uomo, che Giulia chiamava “papi”, da giorni sta mettendo ordine tra emozioni e pensieri per scegliere con cura le parole più difficili da dire. Oggi pronuncerà un messaggio per tutti, un invito a farsi un esame di coscienza e perché non accada più, una lettera d’amore (e non d’addio) per la sua bambina.
Bandiere a mezz’asta, lezioni mattutine cancellate all’Università di Padova, uffici comunali chiusi a Vigonovo, dove Giulia Cecchettin viveva, la sua gigantografia che farà da cornice davanti alla basilica a Padova, restituiscono solo in parte quanto la comunità veneta, e non solo, sia stata colpita da una storia che riguarda anche la famiglia Turetta. L’ex fidanzato Filippo, compagno di studio della 22enne, ha confessato ogni dettaglio dell’omicidio. Un delitto crollato addosso a due famiglie che vivono dolori diversi, ma che meritano allo stesso modo rispetto.
Oggi, ancora una volta, la famiglia di Giulia non userà parole d’odio, ma farà dell’amore di Giulia “un messaggio per il mondo”. Dopo i funerali a Padova ci sarà, alle ore 14, una seconda cerimonia nella chiesa parrocchiale di Saonara, a pochi chilometri da Vigonovo e Fossò dove la 22enne è stata accoltellata l’11 novembre scorso, in due distinte aggressioni, prima di essere caricata in auto e poi abbandonata in un dirupo vicino al lago di Barcis, a più di cento chilometri da casa, dove è stata trovata a una settimana di distanza.
A Saonara avrà luogo una funzione più intima, ma anche qui l’invito dell’amministrazione è a partecipare. In prima fila ci saranno i sindaci di Vigonovo e Saonara, Luca Martello e Michela Lazzaro, ma anche chi ha visto Giulia trasformarsi da bambina a donna. E ci sarà spazio per le parole e le lacrime, prima della tumulazione nel piccolo cimitero dove già riposa Monica, la mamma di Giulia morta poco più di un anno fa.