Governo, Pasquino: “Fdi dai margini a guida ma con rischio crisi, Meloni punti su ministri esperti”

(Adnkronos) –
Da realtà ai margini, anche esclusa dall’asse costituzionale, a partito di maggioranza relativa, la destra -di cui Fdi conserva nel simbolo la fiamma missina- si prepara a guidare il Paese. E il politologo Gianfranco Pasquino commenta così all’Adnkronos l’evoluzione in corso: “In realtà siamo già in un’altra epoca, siamo pronti per la crisi di governo. Berlusconi non accetta di dover sottostare alle scelte della Meloni e Salvini è una mina vagante, tanto più che non ha il controllo della Lega. Entrambi non sono contenti dei ministeri che gli saranno attribuiti. Pertanto dico alla leader di Fdi di scegliere ministri competenti, esperti e leali. E ripeto tre volte leali”. E il professore emerito di Scienza politica all’università di Bologna aggiunge: “L’evoluzione generazionale è ovvia. Siamo di fronte ad elettori che neanche ricordano cosa sia il fascismo; non che non hanno fatto i conti con il fascismo”. 

“Primo – prosegue – perché i genitori non ne hanno mai parlato con i loro figli, secondo perché il fascismo è raramente studiato a scuola. Detto ciò, io non penso affatto che Fdi abbia a che fare con il fascismo perché la Meloni è un’altra cosa. Innanzitutto una nazionalista, che difende la patria, resuscita la religione e la difesa della famiglia tradizionale. Questa è la visione, che non condivido: tradizionalista conservatrice” in un quadro “inquietante: con un Salvini mina vagante che ha perso il controllo della lega. E che se ha imparato qualcosa dal passato dovrebbe aspettare la Meloni sui ministeri, che non decide lui, perché il presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio”. “E un Berlusconi – rileva – che vuole fare il presidente del Senato, che è la seconda carica dello Stato, per poi salire al Quirinale in caso di dimissioni di Mattarella dopo il varo della riforma presidenzialista che il centrodestra vuole fare”. 

“Io penso – conclude Pasquino – che il centrodestra non sia compatto e che sia diviso su Europa, ordine pubblico ed economia. Ci sono diffidenze relativamente forti. Non facciano dunque i furbi – sollecita il politologo – Le donne con potere politico erano di destra, come la Thatcher, come l’attuale premier inglese, la Le Pen e la stessa Merkel, che era una conservatrice. Le donne progressiste sono quelle di paesi progressisti, come le svedesi o le norvegesi”. Quindi in altro contesto. (di Roberta Lanzara) 

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