(Adnkronos) – L’Italia ”si aspetta dalla Russia segnali chiari e concreti, perché bloccare le esportazioni del grano significa tenere in ostaggio e condannare a morte milioni di bambini, donne e uomini lontano dal fronte del conflitto”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un punto stampa congiunto con il direttore generale della Fao Qu Dongyu alla Farnesina, al termine del primo Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare.
“La Russia, usando il cibo come arma di guerra, si sta macchiando di altri crimini, che si aggiungono alle atrocità già commesse sul suolo ucraino e che sono sotto gli occhi di tutti”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
”Speriamo che il dialogo” oggi in Turchia ”tra il ministro degli Esteri russo e quello turco possa portare passi in avanti per lo sblocco delle derrate alimentari nei porti ucraini per il blocco causato dall’aggressione russa”. Ma ”prima di giudicare le parole vogliamo vedere i fatti” ha affermato Di Maio. ”Apprezziamo tutti i tentativi di mediazione”, ha proseguito il ministro commentando la visita di oggi ad Ankara del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e sottolineando che ”ci aspettiamo fatti concreti dalla Russia per lo sblocco del grano dai porti ucraini”. Il titolare della Farnesina ha ricordato che ”ci sono stati proclami da parte russa”, ma nonostante questo ”il negoziato diplomatico poi non è andato da nessuna parte”.
”L’Italia – ha sottolineato – continuerà a impegnarsi in prima linea per trovare delle soluzioni e per garantire la sicurezza alimentare dei Paesi più esposti alle conseguenze del conflitto, a cominciare da quelli del Mediterraneo”.
”La sicurezza alimentare è una priorità per il nostro Paese, che ha contribuito a porla in cima all’agenda internazionale, e con la Fao faremo il massimo per scongiurare una catastrofe alimentare globale”, ha detto il ministro degli Esteri.
”I prezzi del grano e di altri prodotti base, già elevati a causa della pandemia, sono oggi ai massimi storici. A maggio, è stato registrato un aumento di quasi il 40% del prezzo dei cereali rispetto all’anno scorso. Tutto ciò non fa che aggravare uno scenario di partenza già preoccupante – ha rimarcato – Nel 2021 193 milioni di persone in 53 Paesi erano in condizione di grave insicurezza alimentare. Un numero così alto non era mai stato registrato prima”.