(Adnkronos) –
“Abbiamo perdite significative di soldati. E per noi è un’enorme tragedia”. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, in un’intervista a Sky News si esprime così sulle perdite che la Russia ha subito finora nella guerra in Ucraina. Il conflitto è stato innescato dall’invasione ordinata da Vladimir Putin il 24 febbraio. A fine marzo, Mosca ha riconosciuto di aver perso 1.351 soldati, uccisi in Ucraina. Per Kiev, le perdite subite dalla Russia sarebbero notevolmente superiori e i militari morti sarebbero circa 18.700.
”L’Ucraina è diventata anti-Russia” nel 2014, dopo un “colpo di stato illegale”, dice Peskov. Dal 2014, aggiunge, “tutto ciò che è accaduto in Ucraina era mirato contro il nostro paese”, ma la Russia è da “decenni” che si “preoccupa per la nostra sicurezza”.
La città di ”Mariupol sarà liberata dai battaglioni nazionalisti, prima o poi”, afferma riferendosi alla città dell’Ucraina sudorientale. Il portavoce del Cremlino definisce ”un falso” l’accusa che la Russia abbia attaccato l’ospedale pediatrico e il reparto di maternità di Mariupol.
”I militari ucraini usano civili come scudi umani”, prosegue sostenendo che i soldati di Kiev ”si stanno coprendo con i civili e non li lasciano fuggire dalle città”. Dall’inizio della guerra della Russia con l’Ucraina, aggiunge Peskov, le forze del Cremlino “non hanno mai bombardato obiettivi civili”, ma ”hanno sempre e solo usato missili di precisione per colpire infrastrutture militari in Ucraina”.
Gli ultimi giorni hanno portato alla ribalta immagini e news sul massacro di Bucha. Putin è preoccupato di finire in tribunale per i crimini commessi dai suoi militari in Ucraina? “No, non lo è”, dice Peskov. “Non vediamo alcuna possibilità che questo” accada, afferma, ribadendo che ”la Russia non riconosce l’autorità della Corte penale internazionale. Non siamo l’unico Paese al mondo a farlo”. Quello che a Mosca interessa è ”un’indagine davvero indipendente e obiettiva su tutti i crimini”.