Intelligenza Artificiale, il futuro alla Waic di Shanghai

(Adnkronos) – L’Intelligenza Artificiale ‘invade’ Shanghai con l’avvio del Waic 2023, la Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale che quest’anno ha per tema “Connettività intelligente: generare il futuro” e che mette in mostra ben 30 modelli di IA. Fino all’8 luglio sono attesi nella più grande città della Cina, un nodo finanziario di importanza mondiale, oltre 1.400 ospiti illustri fra cui 4 Premi Nobel e Premi Turing. E’ la sesta volta che Shanghai ospita la conferenza Waic e, come riporta il China Global Television Network, l’evento di quest’anno mira a far luce sulle strade emergenti per i progressi industriali e tecnologici, spingendo l’innovazione e lo sviluppo della prossima generazione di intelligenza artificiale. Con oltre i suoi 30 modelli di AI esposti la conferenza cerca di mostrare il profondo impatto che questi hanno su vari settori. Sono 400 le presenze di imprese straniere e cinesi e anche quest’anno il programma è fitto e scandito in quattro sezioni chiave: conferenza e forum, mostra, concorso e premi. La conferenza 2023 vuole far luce sulle strade emergenti per i progressi industriali e tecnologici, spingendo l’innovazione e lo sviluppo della prossima generazione di intelligenza artificiale.  

Alla conferenza partecipano oltre 80 accademici provenienti sia dalla Cina che dall’estero e più di 50 aziende ‘pioniere’ come i giganti della tecnologia Huawei, Alibaba, Apple e Tesla. La conferenza di quest’anno vanta il maggior numero di espositori e la più grande area espositiva della sua storia, sottolinea la CGTN. Con una superficie di 50.000 metri quadrati, la conferenza ospiterà anche 50 start-up e metterà in mostra una vasta gamma di settori, tra cui modelli di intelligenza artificiale, chip, robotica e guida intelligente. Sin dal suo esordio nel 2018, la Waic si è concentrata “sulla creazione di piattaforme di cooperazione e scambio di livello mondiale, mettendo in mostra la saggezza della Cina e le soluzioni innovative di Shanghai al mondo” indica infine il network. Ma cosa si sta muovendo nel mondo dell’Intelligenza Artificiale? Intanto l’evento di Shanghai è “strategico, direi paragonabile a Davos” e che come altri eventi globali sull’IA “ha acquisito un’importanza geopolitica” perché ormai in questi contesti “scienza e impresa dialogano” ma, soprattutto, perché “l’Intelligenza Artificiale non è una moda del momento, non è una moda passeggera: la transizione digitale è irreversibile” afferma, conversando con l’Adnkronos, la professoressa Barbara Caputo del Politecnico di Torino, Referente del Rettore per le iniziative sull’Intelligenza Artificiale e a capo del Centro di Eccellenza del PoliTo sull’Intelligenza Artificiale. “Adesso vediamo Usa e Cina ma direi l’intero Nord America – perché il Canada è molto attivo sull’IA – segnalare a livello mondiale il desiderio di diventare leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale” e la Waic 2023 “mostra come le più importanti conferenze sull’Intelligenza Artificiale oggi vadano in giro per il mondo” aggiunge Caputo. Da eventi puramente scientifici oggi queste conferenze sono infatti diventati “luoghi di incontri della comunità accademica con il mondo delle aziende e questi eventi adesso hanno una importanza strategica e quasi geopolitica. E’ una traiettoria che ormai è stata delineata. Sono eventi strategici – mi sento paragonarli a Davos – perché sono luoghi dove si discute e vengono prese decisioni che poi hanno un impatto su tutto il mondo” osserva ancora Barbara Caputo che indica con forza un passaggio chiave che sta avvenendo in questi anni riguardo l’IA: “E’ importante avere a mente che la transizione digitale è irreversibile e quando si parla dell’IA non si parla di una moda passeggera come il Metaverso o la fibra oppure il 5G, no, non è così. L’Intelligenza Artificiale non è la moda del momento”. 

Barbara Caputo spiega che ciò è avvenuto perché “i sensori digitali sono dappertutto perché costano pochissimo, costano nulla, perciò cose che non erano per noi un ‘dato digitale’ oggi sono diventati dati digitali. Penso – osserva inoltre l’esperta di Ia del Politecnico di Torino – che ad esempio se io ho un orologio digitale al polso i miei gesti vengono tradotti in un dato digitale. E questo è un processo irreversibile, è il mondo in cui andremo a vivere. Questo è il mondo in cui viviamo, è già il nostro modo di vivere”. E allora, prosegue Caputo, ordinario del Dipartimento di Automatica e Informatica (Dauin) del Politecnico di Torino, “o abbiamo un modo per automatizzare l’elaborazione di questi dati digitali, abbiamo il modo di ‘fare qualcosa’ con questi dati, oppure questi dati diventano spazzatura digitale per noi”. “A meno che – avverte – non arriva qualcun altro che invece sarà capace di automatizzare l’analisi di questi dati e poi andrà a scoprire ‘qualcosa’ di noi che noi stessi non sappiamo e magari lo userà. Questo ‘qualcosa’ per automatizzare l’analisi del dato digitale è l’Intelligenza Artificiale. Così come la robotica automatizza il lavoro fisico, l’IA automatizza il lavoro concettuale e anche non di altissimo livello”. “Non si parla dunque solo di creatività – che serve molto a fare notizia – ma di andare a cercare, per esempio, in un archivio una sentenza: questo è lavoro per l’Intelligenza Artificiale. E da questo non si torna più indietro” assicura Caputo. In questa mappa dell’innovazione digitale l’Italia “è in linea con le azioni dell’Europa” ma il problema, spiega Caputo, è che il Vecchio Continente non è in linea con i colossi di Cina o Usa. “Siccome dalla digitalizzazione non si torna più indietro, senza le IA semplicemente non si vive nel mondo digitale. E chi la fa questa IA? La facciamo noi – Italia e Europa tutta per fare massa critica – o la fa qualcun altro? Io credo che un Paese del G7 non si possa permettere di rimanere indietro” scandisce l’esperta di Intelligenza Artificiale. Tornado all’evento si Shanghai Caputo ribadisce che “sono eventi strategici – mi sento paragonarli a Davos – dove si discute e vengono prese decisioni che poi hanno un impatto su tutto il mondo. Oggi ospitare una conferenza di IA di grande peso significa che si è un Paese che prende seriamente tutta questa trasformazione digitale, un paese che capisce cosa sta succedendo e legge i tempi”. E in questo contesto, conclude Barbara Caputo, “l’Italia fa parte dell’Europa, ha intrapreso la strada di formare esperti eccellenti molto orientati alla ricerca di base ma poi non costruisce un terreno perché questi talenti possano mettere a frutto, sul nostro territorio, quello che hanno imparato”. Una sceneggiatura, taglia corto, “comune a tutta l’Europa che forma talenti dell’Intelligenza Artificiale e poi li fa scappare via”.  

Anche Giovanni Migliarotta, docente al Politecnico di Milano e Co-Direttore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale del PoliMi, osserva con attenzione l’evento di Shanghai che, dice all’Adnkronos, “per noi è un evento a cavallo fra una fiera e una conferenza, c’è molta esibizione industriale, è un evento storico ma che sottolinea da un lato l’enorme rilevanza imprenditoriale e scientifica dell’Intelligenza Artificiale e dall’altro che vuole porre la centralità del ruolo della Cina su questa materia”. L’Intelligenza Artificiale, osserva, è “semplicemente una tecnologia intorno alla quale sta ruotando una competizione globale per averne la leadership, una competizione che vede in lizza Stati Uniti e Cina, ognuno con i propri campioni nazionali, ognuno con i propri modelli. Questo è quello che sta succedendo”. “L’Intelligenza Artificiale con l’avvento di ChatGPT – prosegue l’esperto del PoliMi – è arrivata sulla bocca di tutti, non c’è impresa e non c’è manager, non c’è decisore pubblico che non si chieda quali saranno le immediate conseguenze della popolarizzazione almeno di una parte dell’Ia, quella generativa. “Sono tanti anni, dall’avvento del deep learning, che si è scatenata una competizione globale nella ricerca e nella applicazione per la leadership sull’IA e nella competizione in lizza ci sono gli Usa, il mondo della ricerca occidentale e la Cina con la sua enorme capacità imprenditoriale e il suo enorme bacino di utenti e di dati”. In questo perimetro, indica inoltre Migliarotta, l’Italia si colloca “scientificamente in modo molto più che degno. La nostra produttività scientifica è di altissimo livello in proporzione alla quota di Pil da noi dedicata alla ricerca scientifica. Insomma l’Italia è ben sopra la media e tutto ciò è stato misurato con i dati”. Dal 2021, dalla Strategia Nazionale sull’Intelligenza Artificiale, “la competizione ha accelerato e le risorse che il governo italiano ha messo sono arrivate e siamo ormai in una grande accelerazione”. “Tanto che – per analizzare ancora meglio l’accelerazione dei cambiamenti – la ricerca dell’Osservatorio di quest’anno sarà specialmente focalizzata sulle ricadute industriali della popolarizzazione della generative Ia e ci sarà un capitolo sulla stima dell’impatto sul mondo dell’occupazione” anticipa infine il Co-Direttore dell’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale del PoliMi. (di Andreana d’Aquino)  

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