Alla messa di Pasqua presieduta dal Papa in piazza San Pietro sono stati presenti 60mila fedeli e pellegrini. La stima arriva dal Vaticano. La messa non ha previsto l’omelia del Papa che subito dopo la celebrazione ha impartito la Benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro con la concessione dell’indulgenza plenaria ai fedeli.
Francesco, al termine della celebrazione, ha salutato sul sagrato i cardinali, 34, che hanno concelebrato con lui, scambiando anche qualche battuta. Il Pontefice nel Venerdì Santo ha rinunciato ad andare al Colosseo per la Via Crucis per salvaguardare la salute per la giornata di oggi.
Il Papa è arrivato in sedia a rotelle e ha poi preso posto sulla poltrona nel sagrato della Basilica. Alla celebrazione, che è iniziata con il rito del ‘Resurrexit’, prendono parte fedeli romani e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo in occasione delle feste pasquali. Il Pontefice si è poi concesso anche un bagno di folla tra i fedeli.
La jeep scoperta con a bordo il Papa ha percorso anche un tratto di via della Conciliazione piena di fedeli. In piazza, alcuni pellegrini hanno alzato manifesti con messaggi di pace.
Dall’Ucraina a Gaza, le parole del Papa
“Anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora”, denuncia il Papa all’Urbi et Orbi di Pasqua.
Bergoglio indica la chiave per una vita nuova nella tomba di Gesù trovata vuota dalle donne: “Da qui comincia tutto. Attraverso quel sepolcro vuoto passa la via nuova, quella che nessuno di noi ma solo Dio ha potuto aprire: la via della vita in mezzo alla morte, la via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all’odio, la via della fraternità in mezzo all’inimicizia”.
“Fratelli e sorelle, Gesù Cristo è risorto, e solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita. Anzi, Lui stesso, il Vivente, è la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Lui ci apre il passaggio umanamente impossibile, perché solo Lui toglie il peccato del mondo e perdona i nostri peccati. E senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie. Senza il perdono dei peccati non si esce dalle chiusure, dai pregiudizi, dai sospetti reciproci, dalle presunzioni che sempre assolvono sé stessi e accusano gli altri”, osserva il Pontefice. “Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!”. E’ l’ammonimento del Papa.
Il Papa guarda con preoccupazione alle guerre che dilagano nel mondo: “Oggi volgiamo anzitutto lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme, testimone del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù e a tutte le comunità cristiane della Terra Santa”.“Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto – ammonisce – apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni”.Il Papa fa quindi “nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza”, esortando “nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia”.
All’Urbi et Orbi di Pasqua, Francesco ammonisce: “Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. Hanno dimenticato di sorridere. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”.
“Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”, il nuovo potente appello per scongiurare l’escalation del conflitto. Lo sguardo del Papa va “in modo speciale al Libano, da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele. Il Risorto conforti l’amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo”.
Il Papa lancia poi un nuovo appello per le guerre nel mondo dimenticate. “Non dimentichiamoci della Siria, che da quattordici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale”, esorta. Il Pontefice prega per le vittime di ogni forma di violenza e di terrorismo. “Cristo risorto apra una via di speranza alle persone che in altre parti del mondo patiscono violenze, conflitti, insicurezza alimentare, come pure gli effetti dei cambiamenti climatici. Doni conforto alle vittime di ogni forma di terrorismo.Preghiamo per quanti hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione degli autori di tali crimini”, dice il Papa.
Il pensiero del Papa va anche ai migranti e ai poveri: “Il Risorto faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno. Cristo guidi tutte le persone di buona volontà ad unirsi nella solidarietà, per affrontare insieme le molte sfide che incombono sulle famiglie più povere nella loro ricerca di una vita migliore e della felicità”.