(Adnkronos) –
Mateo Retegui è il bomber che Luciano Spalletti cerca per la Nazionale verso Euro 2024? “Ha giocato una partita splendida, è una certezza in area di rigore. Ha fatto salire la squadra, ha retto bene facendo un lavoro perfetto”, le parole del commissario tecnico dell’Italia, dopo la vittoria per 2-1 contro il Venezuela griffata dalla doppietta dell’attaccante del Genoa.
L’assenza di un centravanti o, come si dice oggi, di un “realizzatore” che porti a frutto il lavoro della squadra fino a far gonfiare la rete avversaria è uno dei crucci non solo dei ct della Nazionale di calcio ma di tutti i tifosi. L’Adnkronos ha rivolto la domanda, ‘abbiamo trovato il centravanti?, ad alcuni grandi ex del calcio e della Nazionale azzurra, da Beppe Dossena a Eraldo Pecci, da Giuseppe Incocciati a Giancarlo De Sisti.
“Appelliamoci alla Santa Provvidenza. O almeno: sono positivamente soddisfatto che abbia comunque fatto dei gol che almeno in questa fase ci hanno un po’ mantenuto in alto, però chiaramente noi abbiamo comunque un problema, direi serio, per quello che riguarda i finalizzatori nella nostra nazionale e questo chiaramente è riconducibile al fatto che nelle migliori squadre quei ruoli vengono coperti dagli stranieri e noi paghiamo questo aspetto. Secondo me inevitabilmente”. Questa l’opinione di Giuseppe Incocciati: “La nostra nazionale ne risente e ne risentirà finché non si cambiano le cose. Che Retegui sia un ottimo finalizzatore lo ha già dimostrato anche quando fu chiamato da Mancini le prime volte, quando andò subito in gol. Fa ben sperare sì, ma noi siamo abituati comunque nelle nostre nazionali, soprattutto le nazionali che sono state protagoniste nei mondiali, ad avere una linea d’attacco fornita di elementi di altissimo livello, quindi adesso ci dobbiamo accontentare di oriundi che per carità danno una mano, ma il problema che abbiamo nel nostro calcio è molto chiaro”, ha aggiunto Incocciati.
“Ma si intravede una luce? Non ne sono convinto. Non vedo una trasformazione che possa poi farci tornare a quelli che erano i nostri fasti. Vedo Scamacca e qualcun altro. Mateo un bicchiere d’acqua nel deserto? Sicuramente, ma anche un po’ d’acqua dopo tanto che non bevi può fare male: nel deserto noi dobbiamo trovare l’oasi. Per ora attacchiamoci a Retegui, e siamo contenti che ci sia”.
“Una partita mi sembra un po’ poco, però fa ben sperare. Intanto uno che la butta dentro due volte è un buon segno, ma direi ‘calma e gesso’, suggerisce Eraldo Pecci. Che agli azzurri manchi il finalizzatore “è il tema classico degli ultimi anni: il centravanti è colui che nobiltà il lavoro di tutta la squadra, perchè tu puoi anche giocare benissimo ma se non fai gol è tutta fuffa”.
Perché ci sia questo buco nell’attacco azzurro “non lo so, credo che i talenti nascano, come dire, quando capita. Le mamme non sono tarate per far nascere i talenti ogni due mesi, ogni tre anni, per cui non lo so. Di sicuro credo che gli allenatori di adesso, quando prendono i bambini, invece di accompagnarli nella loro crescita, fanno gli allenatori per quando saranno loro gli allenatori. Per cui passa la palla destra, passa la palla sinistra, mentre invece il bambino, secondo me, almeno fino al Primavera, deve giocare come vuole”.
Ma non sarà che non si gioca più in strada in Italia perché è diventata pericolosa? “Questa è la base di tutto. Ho conosciuto quelli di inizio secolo, giocatori che erano nati prima anche del 1910, quelli sapevano tutto della palla, tutti i rimbalzi, perché avevano l’abitudine di stare 24 ore in strada e in campo, del pallone conoscevano ogni cosa, giocavano anche con le palle di stracci. Anch’io ero così ma Sansone, che mi allenava al Bologna, aveva vissuto tutta la vita in strada, io solo una parte, e aveva una confidenza migliore con l’attrezzo. Ora è pericoloso andare in strada, e per giocare devi addirittura pagare…La conoscenza dell’attrezzo è fondamentale, se fosse solo un gioco di corsa il Kenya avrebbe vinto un sacco di Mondiali”.
“Abbiamo trovato il centravanti? Io dico che di sicuro Retegui è uno che sembra abbia il fiuto della porta: sembra un centravanti di vecchia maniera. Di quelli che reggono botta, che si buttano nel vuoto creato per poi concludere”, è il pensiero di “Giancarlo Picchio” De Sisti. “Poi dai, ci sta anche che ci esaltiamo per la doppietta in azzurro, non è che è cosa di tutti i giorni, specialmente per gli attaccanti e anzi, in generale, è un po’ difficile per tutti. Credo che si stia meritando i complimenti che gli vengono fatti”.
Poi, prosegue, non è vero “che non abbiamo centravanti in Italia: c’è Immobile anche se di questi tempi un po’ fuori forma. C’è Scamacca, Raspadori, poi Lucca e gli altri giovani che stanno emergendo. Intanto Retegui si è guadagnato i galloni del goleador. Dobbiamo essere ottimisti e positivi nel valutarlo: lui si è messo in evidenza e ha detto ‘ragazzi, ci sono anche io’: e noi lo apprezziamo e lo accogliamo con piacere nel firmamento dei goleador”, ha concluso De Sisti dopo la doppietta dell’attaccante del Genoa contro il Venezuela.
“Retegui può essere il giocatore che cercava Spalletti per l’attacco? Più che altro è l’unico per adesso, in attesa che crescano e che prendano possesso della situazione sia Pinamonti che Scamacca. Al momento Retegui è l’unico che può interpretare quel ruolo, lo può fare anche Raspadori ma con caratteristiche diverse, ma l’attaccante del Genoa è l’unico che dentro l’area di rigore sa cosa deve fare e sa dove deve andare, ovviamente si spera che Spalletti abbia più soluzioni e che Pinamonti e Scamacca riescano a capire la loro dimensione e quello che potrebbero dare. Immobile? Non lo so. Non conosco la sua situazione fisica, quindi se non sta bene, se non si sente nelle condizioni migliori. Credo lo sappia solo lui. Vediamo che sta facendo fatica, ma quante e quali sono le cause non lo sappiamo”. Parola di Beppe Dossena, che aggiunge: “Retegui cresciuto in Italia con Gilardino? Le sue caratteristiche sono quelle, quindi non si scopre nulla. Dentro l’area di rigore è uno che sente la porta, è uno che va senza fronzoli, quindi nel momento in cui abbiamo dei buoni esterni, bravi nell’uno contro uno, lui è sicuramente il giocatore più adatto per concludere, per stare lì e aspettare il momento opportuno. E’ molto bravo a capitalizzare le ‘palle sporche’. Quindi per il momento sì, l’abbiamo trovato, ma non possiamo pensare di percorrere competizioni importanti non dando a disposizione di Spalletti delle alternative di un certo peso anche in avanti. Le possibilità sia in difesa che a centrocampo le abbiamo, come anche sugli esterni. Vediamo cosa succederà fra qualche mese. Ad oggi ci dobbiamo accontentare di questo”, ha aggiunto Dossena, che reputa le amichevoli negli Stati Uniti con Venezuela ed Ecuador utili per fare gruppo.
“Sono partite atipiche, con il fuso orario, il viaggio, la stanchezza accumulata nei mesi. Credo che arrivino poche indicazioni a livello tecnico, ma servono per capire le caratteristiche personali dei giocatori, più che quelle tecniche o fisiche, servono a capire come ci si comporta, cosa si dice e cosa si pensa, che posizione si prende all’interno del gruppo, si può comprendere la crescita delle persone, più che degli atleti”, ha concluso Dossena.