(Adnkronos) – Nel 2022 con l’approvazione della nuova metodologia tariffaria Mtr-2, ha preso avvio il secondo periodo di regolazione tariffaria per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani e caratterizzato dalla pianificazione economico-finanziaria del servizio su un orizzonte pluriennale estesa al quadriennio 2022-2025, continuando ad interessare una platea molto consistente di Enti competenti (3.550) e ambiti tariffari. A conferma della significativa parcellizzazione del servizio, l’analisi del numero e della tipologia di attività svolta da tutti i gestori iscritti (8.101) mostra inoltre che, nella maggioranza dei casi (66,6%), i soggetti risultano accreditati per una singola attività e solo raramente (1,9%) per tutte le attività del ciclo. E’ quanto si legge nella relazione annuale 2023 dell’Arera che è stata illustrata oggi dal presidente Stefano Besseghini.
Con riferimento al Piano economico-finanziario 2022-2025, l’Autorità ha ricevuto le predisposizioni tariffarie relative a 5.987 ambiti (5.961 comunali e 26 pluricomunali) pari a circa il 90% della popolazione (52,3 milioni di abitanti serviti). Dall’analisi dei Piani economico-finanziari a disposizione dell’Autorità sono emersi incrementi delle entrate tariffarie che variano tra il 2,4% del 2022 e lo 0,9% del 2025: a livello geografico, le variazioni più consistenti si osservano nelle Isole (+5,6% nel biennio), mentre le più contenute al Centro e nella macroarea Nord-Ovest (poco più del 3%).
Per quanto riguarda le predisposizioni tariffarie per i servizi di trattamento, l’Autorità ha ricevuto 61 proposte da 13 Organismi competenti, riferite prevalentemente a impianti operanti nel Nord e nel Centro del Paese. Le predisposizioni riguardano 39 impianti di chiusura del ciclo ‘minimi’ e 22 impianti ‘intermedi’ (cioè quelli assoggettati in qualche modo alla regolazione tariffaria). Infine, con riferimento ai meccanismi di garanzia inerenti alle procedure di approvazione tariffaria, nel corso dell’anno 2022, l’Autorità ha ricevuto complessivamente 68 segnalazioni di inerzia (116 nel 2021), 62 delle quali riguardavano situazioni di inerzia dei gestori del servizio di gestione dei rifiuti urbani, mentre le restanti 6 avevano ad oggetto l’inerzia di gestori di impianti minimi o intermedi.
“Il settore dei rifiuti è il più recente alla regolazione – ha commentato il presidente di Arera, Stefano Besseghini – , cionondimeno si stanno compiendo importanti passi avanti. Vi sono naturalmente resistenze e difficoltà ma la pressione dei cittadini ad avere risposte, servizi efficienti e qualità adeguata ad un paese sviluppato, è un importante stimolo alla crescita industriale del settore”.
“Siamo stati chiamati a regolare un servizio connotato, simultaneamente, da forti ambizioni di pianificazione (nazionale e regionale) per un verso e da grandi pressioni alla libera concorrenza per l’altro”, spiega Besseghini a proposito delle nuove funzioni regolatorie di Arera nel campo dei rifiuti. “Entrambe le spinte sono evidentemente animate dal fine ultimo di realizzare soluzioni che siano vantaggiose per il cittadino fruitore del servizio, ma le modalità con cui possono combinarsi di volta in volta, possono viceversa tradursi in costi aggiuntivi, in talune circostanze”.
Il presidente di Arera sottolinea come la sola regolazione non possa, e non dovrebbe neppure, “essere condizione sufficiente per lo sviluppo del settore, ma ne è certamente condizione necessaria”. L’obiettivo ultimo “è il superamento di una intollerabile differenza nella qualità del servizio e nei costi sostenuti, che porta spesso alla combinazione di maggiori costi e peggiore qualità, in diverse parti del paese. Il metodo tariffario contribuisce a questo disegno con la trasparenza nei costi, la certezza nella remunerazione degli investimenti, la difesa dei consumatori dalle inefficienze della programmazione e la valorizzazione dei territori che accettano soluzioni impiantistiche anche rilevanti”.