Lo scudetto vinto con la Juve “è stato dato per scontato e non festeggiato”. “La gestione di Cristiano Ronaldo è difficile”. “Da ottobre sapevo che sarei andato a casa”. “O la Juve punta su Dybala o lo cede”. Maurizio Sarri, da poche settimane allenatore della Lazio, rompe un lungo silenzio e a Sportitalia, tra i vari temi, torna sull’avventura alla Juventus: un solo anno in bianconero impreziosito dallo scudetto e chiuso con un esonero. “Lo scudetto vinto con la Juve è stato dato per scontato all’esterno e forse un po’ anche all’interno. Lo abbiamo vinto senza nemmeno festeggiarlo: ognuno è andato a cena per conto suo. Ora ho visto che hanno festeggiato un quarto posto, l’anno giusto per andare alla Juve è questo, dopo la quarta piazza”, dice Sarri. Il rapporto con la Juve non è mai decollato. “A metà ottobre” 2019 “ho fatto una riunione con lo staff e ho chiesto di fare una scelta: andiamo dritti per la nostra strada e andiamo a casa tra 20 giorni o facciamo qualche compromesso e proviamo a vincere il campionato sapendo che andremo comunque a casa? Abbiamo scelto di provare a vincere il campionato”.
Alla Juve “la gestione di Ronaldo non è semplice: è una multinazionale, ci sono interessi personali che vanno conciliati con quelli della squadra. E’ una situazione difficile da gestire. Io mi considero un allenatore e non un gestore, mi diverto molto di più in campo. Ronaldo ha più di 200 milioni di follower sui social, è qualcosa che va oltre la singola società e la squadra. Poi, ovviamente, Ronaldo alla fine dell’anno i numeri li porta”. Sarri avrebbe rinunciato a Ronaldo? “Se ci sono esigenze di bilancio e bisogna abbassare il monte ingaggi, meglio rinunciare ad un solo giocatore e non a 5-6. Poi, se c’è Ronaldo, va fatta una squadra molto adatta a Ronaldo”.
Alla Juve, Sarri ha potuto contare su un eccellente Paulo Dybala. L’argentino, quest’anno, non ha inciso con la maglia bianconera. “Dybala è un fuoriclasse, non credo sia difficile recuperarlo. Ora ha avuto un anno pieno di infortuni, non è mai stato al 100% della condizione fisica. E’ arrivato il momento in cui la Juve o punta su Dybala o lo cede”, dice. Con i dirigenti della Juve “c’erano normali discussioni. Non mi è piaciuto che la squadra abbia mollato dopo aver vinto lo scudetto. La squadra doveva assolutamente sparare al massimo fino alla fine del campionato per presentarsi poi pronta alla gara di Champions” con il Lione.
“Staccare la spina era un errore e io l’ho detto a tutti: dirigenti e giocatori”. Dopo l’esonero di Sarri, la Juve ha scelto il debuttante Andrea Pirlo, silurato dopo una sola stagione: “L’effetto Guardiola ha fatto tanti danni, un’eccezione è diventata la regola: si rischia di bruciare ragazzi che tra 2-3 anni sarebbero grandi allenatori con un pizzico di esperienza in più. Sulla scelta di Pirlo, bisogna chiedere ai dirigenti della Juventus”.
Si è divertito alla Juve? “Mi sono divertito molto a Napoli e gli ultimi mesi al Chelsea”. Lasciare Londra nell’estate 2019 “è stato un errore clamoroso. Abramovich in quell’anno non poteva rientrare in Inghilterra, la situazione era complessa. Quando sono andato via, il club ha comprato giocatori giovani che avrei potuto allenare: Werner, Havertz, Zyech, Mount. Tutti giovani dinamici e tecnici, adatti al mio modo di giocare. Il mio è stato un errore clamoroso di valutazione”.
Il pensiero va alla stagione 2017-2018, con lo scudetto sfiorato con il Napoli. La Juve vinse il tricolore grazie anche al successo per 3-2 sul campo dell’Inter nel finale di torneo. A distanza di anni, si parla ancora della mancata espulsione di Pjanic che avrebbe falsato il match: “Mentre salivo dalla sala tv alla camera d’albergo” dopo Inter-Juve “ho visto alcuni giocatori piangere, era come se fosse finito un sogno per il Napoli su quegli episodi discutibili”
Ora Sarri torna in panchina dopo una stagione di stop. “Quest’anno con gli stadi vuoti era difficile trovare l’entusiasmo per rientrare. Stare fuori non mi ha pesato, ora tornano gli spettatori allo stadio e torna anche la voglia”. E’ vero che a gennaio il Napoli lo ha cercato per un clamoroso secondo matrimonio? “Non c’erano molti presupposti. A tutte le società che mi hanno cercato a gennaio ho detto la stessa cosa: ero disponibile per luglio. A gennaio con il Napoli non c’è stata una trattativa vera e propria”.