‘Sordi e il suo tempo’, una mostra che racconta un secolo a 20 anni dalla sua scomparsa

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Sordi e il cinema, Sordi e Roma, Sordi e l’Italia: in breve: ‘Alberto Sordi e il suo tempo’, come indica il titolo della mostra curata da Alessandra Maria Sette, promossa dalla Fondazione Sordi e organizzata dal 22 settembre al 26 novembre proprio a Villa Sordi, la casa-museo dell’attore e regista romano scomparso vent’anni fa – posta sul Colle del Celio, all’inizio dell’Appia Antica, sullo sfondo delle Terme di Caracalla – dalla Fondazione Sordi con il patrocinio di Roma Capitale e in collaborazione con Cinecittà, l’Archivio Luce e Rai Teche. Una vita che sarà onorata e ricordata anche con la collocazione il prossimo anno di una statua nel parco di Villa De Sanctis adiacente a Cinecittà, per la quale è stato già indetto un concorso di idee riservato ai giovani. 

L’esposizione si articola in senso cronologico, dal primo dopoguerra e dunque dalla nascita di ‘Albertone’ a Trastevere il 15 giugno del 1920, fino al giorno della sua scomparsa il 24 febbraio del 2003 e ai suoi funerali nella cattedrale di San Giovanni in Laterano. Accanto alla storia artistica di Sordi scorre anche la storia dell’Italia, un po’ sullo stile della televisiva ‘Storia di un Italiano’ andata in onda sulla Rai, ripercorsa attraverso le foto e i ciak dei suoi film, da ‘La Grande Guerra’ a ‘I vitelloni’, da ‘Polvere di stelle’ a ‘Bello, onesto, emigrato…’, da ‘Il medico della mutua’ a ‘Un borghese piccolo piccolo’, da ‘Detenuto in attesa di giudizio’ a ‘Tutti dentro’, da ‘Le vacanze intelligenti’ a ‘In viaggio con papà’, dal ‘Marchese del Grillo’ al ‘Tassinaro’ e a ‘Nestore ultima corsa’. 

“Questo luogo non è e non dovrà essere un museo – afferma Walter Veltroni, ex vicepremier e sindaco di Roma, ora presidente onorario della Fondazione Sordi – E’ un luogo vivo, perché qui Albertone pensava, immaginava, inventava; e tutto ciò che si farà, servirà a mantenere l’idea di un laboratorio creativo. La mostra segna un meritorio intreccio fra la storia italiana, la storia del cinema e la storia artistica di Alberto Sordi: tutti i suoi film, in varia misura, hanno coperto l’intera storia del Novecento italiano, con la caratteristica unificante di rivolgersi, parlare e arrivare al grande pubblico. E noi vogliamo celebrare questo rapporto fra Sordi e l’Italia e fra Sordi e la sua Roma, legame indissolubile, al punto che non era lui a ‘fare’ il romano ma sono stati i romani ad omologarsi al suo accento, ai suoi modi, alle sue espressioni”. 

Per l’assessore capitolino alla cultura, Miguel Gotor, “è importante mantenere questo luogo intatto evitando al tempo stesso una ‘musealizzazione’ del personaggio Sordi, perché non ci sarebbe nulla di più lontano dall’animo di Albertone, che si può dire stia vivendo ora una seconda stagione, grazie alle pillole sui social che hanno il merito di farlo conoscere alle generazioni più giovani, che non hanno avuto la fortuna di apprezzarlo quando era in vita. E si potrebbe pensare – anticipa -anche a organizzare nel piazzale davanti alla villa Sordi un’arena per rassegne di cinema all’interno dell’Estate Romana”. 

(di Enzo Bonaiuto) 

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