Tim, Ugliarolo (Uilcom): “Sul tavolo 100mila posti lavoro, non faremo sconti”

Il sindacato “ascolterà” ma “non farà sconti” sulla partita di Tim” che “riguarda più di 40mila lavoratori e con un indotto che complessivamente – tra interno esterno – conta quasi 100mila posti di lavoro”. E’ ferma la posizione del segretario generale della Uilcom Uil, Salvo Ugliarolo, che ha delineato con l’Adnkronos il dossier Tim in vista dell’incontro, ad oggi previsto per il 25 gennaio, fra i sindacati ed il nuovo ad e della ripresa del confronto con il Governo appena richiesta dal sindacato. “Dall’incontro con il nuovo amministratore delegato di Tim ci aspettiamo di poter entrare nel merito della visione che il nuovo manager ha dell’azienda, ci aspettiamo di entrare nel merito di tutto ciò con il dottor Pietro Labriola che, molto probabilmente, sarà il nuovo amministratore, secondo quanto indicato e la cui nomina è attesa in un Cda che sarà quasi sicuramente convocato qualche giorno prima dell’incontro con i sindacati”. “Il 25 gennaio andremo ad ascoltare l’ad, andremo anche a rappresentare la nostra visione e prima di fare una pronuncia vogliamo essere nelle condizioni di avere un quadro chiaro da chi sarà chiamato a guidare questa azienda” argomenta ancora.

 

E sul dossier Tim il sindacato si aspetta anche “di riprendere il confronto aperto a dicembre scorso con il ministro Giorgetti e il ministro Colao”, per questo “abbiamo appena scritto al Governo” per “riprendere le linee di quanto detto” nell’incontro di fine 2021, “in cui abbiamo esposto” al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e al ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, “una posizione che era interlocutoria”. Quella di Tim, ribadisce Ugliarolo, “è una partita che va attenzionata con la giusta modalità rispetto alla gestione. Ne va non soltanto dell’infrastruttura e dello sviluppo di un asset strategico del nostro Paese
come quello delle telecomunicazioni, ma ne va anche della tenuta occupazionale che per noi è un cardine importante”. “Per questo nell’incontro con il nuovo ad vogliamo capire qual’è la visione del nuovo Ceo e, soprattuto, quali sono le garanzie e l’affidabilità di quelli che sono i perimetri occupazionali e quindi la difesa dei posti di lavoro”. Ugliarolo chiarisce che “da Segretario generale della Uilcom, come Uil ricordo che abbiamo una cultura e uno stile e non mettiamo il carro davanti ai buoi”. 

“A Giorgetti e Colao – spiega Ugliarolo- avevamo già detto che per noi oggi ci sono le possibilità di dare una prospettiva a questa azienda provando a unire le forze e, quindi, provando a realizzare un’azienda in cui si ricompatta anche il tema di Open Fiber”. “La garanzia – osserva ancora- oggi passa anche dall’azionariato dentro Tim con una partecipazione di Cdp all’interno dell’azionariato. Noi pensiamo che quella era la strada – ed è ancora oggi, auspichiamo, la strada – cioè un rafforzamento del Governo, dello Stato all’interno dell’azionariato dando a questo ex monopolista la possibilità di continuare l’investimento nell’ambito della realizzazione della infrastruttura di rete – nel suo ambito più complessivo – rispetto al nostro Paese”. “Noi siamo fermi su questa posizione” afferma il segretario generale della Uilcom Uil che ricorda come in Tim “‘in 10 anni ci siano stati 5 ad: ogni 2 anni si rimettono lancette indietro”. In dieci anni nell’azienda si sono succeduti cinque amministratori delegati: dopo Franco Bernabè, al secondo mandato nel 2007-2011, è stato nominato Marco Patuano in carica dal 2011 al 2016, quindi è arrivato Flavio Cattaneo dal 2016 al 2017, poi è stata la volta di Amos Genish – espressione del socio francese Vivendi – in carica dal 2017 al 2018 e infine Luigi Gubitosi ad di Tim dal 2018 allo scorso novembre 2021. Ugliarolo infine imputa “enormi responsabilità alla politica italiana che ha dato un asset come questa azienda e come le tlc – che sono strategiche – in mani straniere”.  

(Adnkronos)