Una delegazione parlamentare italiana si prepara a entrare in terra ucraina? Una trentina di parlamentari, a quanto apprende l’Adnkronos, avrebbe aderito a una iniziativa lanciata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XIII. In una lettera dell’8 marzo indirizzata a deputati e senatori, il presidente della comunità, Giovanni Paolo Ramonda, ha proposto agli eletti “di prendere parte ad una delegazione che nei prossimi giorni entri nel conflitto ucraino”. L’iniziativa, secondo quanto viene riferito, ha allarmato la Farnesina, al punto che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto ai presidenti di Camera e Senato, ai capigruppo e ai leader di partito, chiedendo loro di dissuadere i parlamentari dal loro proposito. Secondo quanto si apprende, i parlamentari sarebbero intenzionati a recarsi a Leopoli.
Nella lettera (che l’Adnkronos ha potuto visionare) inviata dalla Comunità Papa Giovanni XIII ai parlamentari vengono spiegati i dettagli dell’iniziativa: “La delegazione sarà accompagnata da una scorta civile non violenta ed avrà come obiettivo principale quello di essere al fianco della popolazione e creare uno spazio di evacuazione dei civili ucraini intrappolati sotto il fuoco dell’esercito russo. In particolare intendiamo raggiungere un gruppo di trenta bambini orfani per evacuarli. Riteniamo che questa guerra si possa fermare solo entrando nel cuore del conflitto, formando una delegazione europea di politici, società civile e chiese che, con la propria presenza, sia un deterrente all’uso della violenza e apra uno spazio di tregua”, si legge.
“Una nostra delegazione è appena rientrata dall’Ucraina. E’ necessario essere rapidi e noi possiamo offrire la nostra trentennale esperienza in zone di conflitto. E’ una proposta che comporta rischi, ma il rischio di rimanere inermi o acuire lo scontro militare sarebbe peggiore. Vi chiediamo di farvi portavoce di questa iniziativa presso i vostri colleghi europei affinché si esprima un’ampia rappresentatività europea. L’Europa è la casa che i nostri padri hanno pensato per mettere fine a guerre e totalitarismi, la casa che è diventata un riferimento in tutto il mondo per la tutela dei diritti degli esseri umani. E’ un momento decisivo della nostra storia, speriamo di poter contare sul vostro aiuto”, conclude la missiva.
DI MAIO – Di Maio chiede che i parlamentari non prendano parte alla missione umanitaria e lo fa con una lettera – visionata dall’Adnkronos – indirizzata ai Presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, ai leader di partito e ai capigruppo delle forze politiche in Parlamento. “Gentile Presidente, ho appreso che, con la lettera allegata, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha proposto a Deputati e Senatori della Repubblica di partecipare ad una missione umanitaria in territorio ucraino”, scrive nella missiva il titolare della Farnesina. “Pur comprendendo le buone intenzioni dell’iniziativa, con una lettera del Capo dell’Unità di Crisi, abbiamo ricordato agli organizzatori l’estrema pericolosità della situazione in tutto il territorio dell’Ucraina, Paese martoriato dalla guerra e verso il quale la Farnesina sconsiglia viaggi a qualsiasi titolo. Lo sconsiglio è a maggior ragione necessario per un gruppo importante e visibile di parlamentari e giornalisti, che possono rappresentare un obiettivo sensibile e al tempo stesso generare un meccanismo di emulazione”.
“Nell’attuale contesto – prosegue Di Maio – la loro presenza potrebbe essere facilmente strumentalizzata a scopo bellico o di disinformazione, con conseguenze pesanti per il nostro stesso interesse nazionale. Ciò potrebbe inoltre arrecare grave pregiudizio ai cittadini italiani e stranieri tuttora intrappolati nel Paese”.
“Mi viene riferito che una trentina di parlamentari avrebbero già aderito alla proposta della Comunità”, rende noto il ministro degli Esteri, che prosegue: “Le sarei davvero grato se potesse rivolgere un appello a non prendere parte alla delegazione. Tramite l’Unità di Crisi abbiamo assicurato alla Comunità Giovanni XXIII la disponibilità a fornire ogni assistenza per sviluppare, in sicurezza, altre iniziative umanitarie e di assistenza, anche appoggiandosi alla nostra Ambasciata che, con grande difficoltà e in segno di vicinanza con il popolo ucraino, continua ad operare da Leopoli”.
(di Antonio Atte)