Ucraina, italiano a Donetsk: “Resto qui, da Mariupol una marea di persone”

(Adnkronos) – “Si parla tanto” dell’offensiva russa nel Donbass, ma da dove “partirà non lo sa nessuno, forse dalla zona di Kharkiv, che è la più calda. Noi per il momento restiamo qua. D’altronde sono otto anni che siamo in guerra e non ce ne siamo mai andati. E’ una guerra civile dove chi combatte, anche i separatisti, ha passaporto ucraino”. A Donetsk, dichiara in un’intervista all’Adnkronos uno dei circa 160 italiani rimasti in Ucraina che preferisce rimanere coperto da anonimato, la vita scorre più o meno normalmente. 

“I negozi sono tutti aperti, mentre le scuole sono chiuse”. Proprio le scuole, afferma, si sono trasformate in centri di accoglienza per i tanti rifugiati arrivati dalla città ‘martire’ di Mariupol, distante un centinaio di chilometri, e dai villaggi nei dintorni. “Sono un mare, sia filo-ucraini che filo-russi”, taglia corto l’italiano, evidenziando anche le tensioni che si stanno registrando a Donetsk. 

“Se sei filo-ucraino e inizi a gridare ‘Slava Ukraini’ (Gloria all’Ucraina, ndr) qui ti fai pochi amici. Se sei qua devi stare un po’ zittino”, spiega. Ci sono stati diversi episodi che hanno fatto salire la tensione in città, racconta, “ad esempio alcuni hanno preso a calci gli aiuti umanitari che gli hanno consegnato e disegnato svastiche sui muri delle scuole. Ancora non si sono resi conto che a Donetsk la maggior parte è pro-Russia”, sottolineando come invece molti dei filo-russi arrivati “sono contenti”. 

Tra le persone giunte a Mariupol, prosegue l’italiano, “c’è di tutto, può capitare anche qualcuno del Battaglione Azov. Questi rifugiati poi torneranno a casa loro quando la situazione si normalizzerà. Anche tanti di noi nel 2014 si erano trasferiti a Mariupol”, ricorda riferendosi allo scoppio della guerra nel Donbass. 

L’italiano racconta che sta tentando in questo momento di far uscire dall’Ucraina un’adolescente di 13 anni, che ha il papà italiano e la mamma ucraina. “Il padre abita in Svizzera, ma non riesce a farla arrivare. Fino ad adesso non abbiamo trovato il sistema”, dichiara, precisando che “l’Ucraina non riconosce la doppia cittadinanza”. L’adolescente si trova in Ucraina con la mamma, che “vuole rimanere qui perché deve badare alla madre anziana”. 

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