Ucraina, schianto elicottero: chi erano Monastyrsky e Yenin

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Denys Monastyrsky, il 42enne ministro dell’Interno morto nello schianto del suo elicottero, era uno dei membri più attivi del governo ucraino, con un ruolo chiave nell’informare il pubblico sulle vittime civili dei bombardamenti russi. Aveva uno stretto rapporto di lavoro e di amicizia con i due collaboratori rimasti uccisi assieme a lui, il segretario di stato Yurii Lubkovich e il primo vice ministro Yevhen Yenin, quest’ultimo un ex diplomatico che aveva servito anche in Italia. La loro morte rappresenta la più grave perdita per il governo di Kiev dall’inizio della guerra.  

Avvocato e docente di diritto, sposato con due figli, Monastyrsky era nato nel 1980 a Khmelnytskyi, in Ucraina occidentale. Nel 2019 è stato presentato al futuro presidente ucraino Volodymyr Zelensky come esperto di diritto e si è candidato per il suo partito Servo del Popolo. Molto attivo in parlamento nel proporre leggi, è diventato ministro dell’Interno nel luglio 2021, dopo le dimissioni del suo predecessore Arsen Avakov. Dal 2014 Monastyrsky aveva collaborato con Anton Herashchenko, oggi influente consigliere del ministero dell’Interno. 

La corrispondente di Sky Deborah Haynes descrive Monastyrsky come “incredibilmente attivo”, raccontando che visitava spesso “i luoghi più pericolosi” dell’Ucraina. “Non era un ministro seduto alla scrivania, ma sempre in giro per il paese”, aggiunge, ricordando di averlo incontrato a Bucha, la città alla periferia di Kiev fra i simboli delle atrocità dell’occupazione russa, e in una delle città liberate nell’oblast di Kharkiv. 

Coetaneo di Monastyrsky, nato a Dnipro in Ucraina orientale, Yenin aveva un passato in diplomazia e nei servizi. Era stato anche vice capo missione all’ambasciata ucraina a Roma fra il 2012 e il 2016 e parlava molto bene l’italiano, oltre all’inglese e il rumeno. 

Yenin si era laureato alla’Accademia dei servizi di sicurezza nel 2002, ma aveva conseguito anche una laura in Finanze e commercio e un master in Scienze politiche. Dopo aver servito nei servizi ucraini per l’estero fra il 2002 e il 2005, era entrato in diplomazia. Aveva seguito il dossier della repubblica separatista della Transnistria sia nell’ambasciata ucraina in Moldova che in seno al ministero degli Esteri. Nel 2016, tornato dall’Italia, era diventato vice procuratore generale ucraino per la cooperazione legale internazionale. Nell’aprile 2020 era diventato vice ministro degli Esteri, ma dal settembre 2021 era passato al ministero dell’Interno, come primo vice ministro. 

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