Variante Delta, Galli: “Preoccupa ma improbabile autunno come 2020”

L’aggressiva variante Delta sarà presto predominante, ma è difficile che si ripeta una ripresa pandemica con le dimensioni di quelle passate, in termini di decessi e malattie gravi. Questa l’opinione di Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Tendo a pensare che sia molto poco probabile che possiamo andare incontro, in autunno, a una situazione simile a quella dello scorso anno, nonostante le preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta”. Questo “per via del vaccino che ha una serie di aspetti positivi, che ci dà una serie di garanzie e che dovrebbe metterci nella condizione di poter far fronte al problema”, dice all’Adnkronos Salute. “Ma l’obiettivo deve essere neanche più un morto”, precisa.  

Per Galli “è fuori di dubbio che la diffusione della variante Delta ci imponga di fare attenzione”. E’ proprio in ragione delle caratteristica delle varianti “che io ho mantenuto sempre un atteggiamento di forte prudenza, non certo per una questione ideologica, ma derivata dagli elementi tecnico scientifici che potevamo avere a portata di mano” .  

La pandemia, ricorda l’infettivologo, “è sempre una realtà in divenire. Ma avere tutte queste persone vaccinate, e i dati rispetto alla risposta indotta dal vaccino anche contro la variante Delta, mi fa concludere per un ‘ragionevole ottimismo’ e mi fa dire che non avremo una ripresa autunnale pesante”. 

Tutto questo, però, ribadisce Galli, “non mi esime dal ricordare che dobbiamo prestare una grande attenzione alle persone, che non sono poche, particolarmente fragili, che potrebbero non aver risposto in maniera sufficiente al vaccino. E che dobbiamo anche continuare nell’immunizzazione di quella parte di anziani che non sono stati vaccinati. Non soltanto per garantire una protezione di popolazione, ma anche per garantire il più possibile una protezione individuale”. 

Vanno scongiurate, insomma, “situazioni come quelle passate – ammonisce l’esperto – con la necessità di ricoverare molte persone e vedere nuove prognosi infauste. Anche se tutto questo non credo potrà ripetersi nelle dimensioni che abbiamo tristemente sopportato nei mesi scorsi e nell’autunno scorso, con più di 90mila morti da settembre in poi. Questo non dovrebbe più accadere. Ma l’obiettivo è neanche più un morto – ripete – E per raggiungerlo bisogna mettere in sicurezza chi ancora non lo è stato e poter seguire bene i più fragili, per capire se si sono davvero immunizzati oppure no. E se non è così dobbiamo trovare strategie alternative, perché in presenza di una variante con questa grande capacità infettante, come la Delta, si possano avere comunque casi con un andamento infausto”. 

(Adnkronos)