“E’ difficile respirare, quest’aria provoca tosse e fastidi vari. C’è poco da fare, abbiamo anche provato a spostarci in altra area dell’isola, dove sembrava che l’aria potesse essere più respirabile, ma proprio oggi stiamo tornando sui nostri passi perché la situazione è peggiorata”. A raccontare così all’Adnkronos i giorni difficili delle Canarie, dove il vulcano Cumbre Vieja, nel sud dell’isola di La Palma, sta eruttando ormai da un mese, è il velista Giammarco Sardi, detto Mambo, arrivato a Santa Cruz de La Palma il 9 ottobre con la sua Antistene 992 per la tappa della Mini Transat, la traversata in due tappe dell’Atlantico su barche di 6,50 metri, divisa in scafi prototipo e di serie. La prima frazione è Francia-Canarie, la seconda Canarie-Guadalupa.
“Siamo fermi qui da 2 settimane. I primi giorni – spiega Sardi all’Adnkronos – l’aria era un po’ pesante. Ma i valori erano ancora nella norma. Lo so perché, per uno strano scherzo del destino, ho deciso di collaborare con Aics Ambiente ad un progetto di monitoraggio dell’aria nell’oceano e quindi viaggio con un rilevatore di polveri sottili. I primi giorni si respirava abbastanza bene e i valori erano decenti ma da alcuni giorni, con la rotazione del vento, le polveri sottili sono arrivate nell’area nord est ed hanno portato i valori di Pm2,5 intorno a 40 μg/m3, ben sopra la norma (l’aria è considerata pulita con valori intorno entro i 12 μg/m3, ndr.) ma nell’area più esposta dell’isola si sono raggiunti i 315 μg/m3”.
Sardi racconta che “la gente del luogo è preoccupata: non sa quando questa situazione finirà o se peggiorerà. Quando puliscono le strade si solleva un polverone tremendo che peggiora la qualità dell’aria. La cittadinanza si preoccupa soprattutto per gli anziani”.
Ma c’è “un aspetto in controtendenza”, annota Sardi: “Incredibilmente c’è un notevole afflusso turistico, in prevalenza tedesco, attirato dal vulcano. Non che questo compensi le pene dei locali ma è degno di nota”.
Secondo gli ultimi dati, il vulcano, con oltre 80 milioni di metri cubi di lava ha già spazzato via circa duemila edifici, 1.956 per l’esattezza, e coperto 763 ettari di terreno, ma fortunatamente non ha causato vittime: “Da quel che ho sentito dai locali, c’è un paesino a sud del vulcano che è isolato completamente. Strade bloccate dal magma. Via mare non è raggiungibile facilmente poiché non ci sono strade per salire dal mare al paese. Da ciò che mi dicono, ma non ho conferma, gli stanno portando cibo con i droni. In ogni caso sono in una situazione grave perché sono sottovento al vulcano. Scavano tutti i giorni. Quasi come dopo un terremoto, solo che invece delle macerie asportano cenere vulcanica”, dice Giammarco mostrando anche la sua Antistene completamente ricoperta da una coltre di pulviscolo lavico.
“Noi cerchiamo comunque di restare positivi. Dopo una prima traversata con meteo complicatissimo, su barche di 6,5 mt, pensiamo comunque di meritarci un po’ di spensieratezza. La regata, se tutto va bene, ripartirà il 29 ottobre con destinazione Guadalupe!”, conclude Sardi.