(Adnkronos) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha avvertito gli Stati Uniti che qualsiasi esitazione nel sostegno a Kiev rafforzerebbe le dittature di tutto il mondo, dato che i finanziamenti americani per la difesa dell’Ucraina contro la Russia sono destinati a scadere entro la fine del mese. “Quando il mondo libero esita, le dittature festeggiano”, ha dichiarato Zelenskyy alla National Defense University di Washington, in vista degli incontri previsti per oggi con il presidente Usa Joe Biden e i leader del Congresso.
“La guerra della Russia contro l’Ucraina è in realtà una guerra contro tutta l’Europa libera”, ha detto ancora Zelensky nel suo intervento, aggiungendo che “Putin vuole dividere l’Europa per la prima volta dalla caduta del muro di Berlino. I ritardi a Capitol Hill sono quello che vuole Vladimir Putin. Quei ritardi gli fanno credere che la libertà e la democrazia siano al collasso” ha detto ancora il presidente ucraino.
Zelensky è arrivato ieri a Washington, invitato da Joe Biden proprio nel mezzo del braccio di ferro tra Casa Bianca e Congresso per l’approvazione dei nuovi fondi dell’Ucraina, che l’amministrazione ritiene essenziale avvenga prima della fine dell’anno quando saranno completamente finiti i soldi a disposizioni per appoggiare la difesa di Kiev. Sebbene il presidente Usa abbia chiesto al Congresso di fornire più di 60 miliardi di dollari di fondi aggiuntivi all’Ucraina per continuare a combattere, i repubblicani si sono opposti: la scorsa settimana una legge che prevedeva maggiori finanziamenti per l’Ucraina, Israele e Taiwan è stata bocciata dall’opposizione repubblicana al Senato.
Oltre al colloquio alla Casa Bianca, il presidente ucraino avrà gli incontri, forse ancora più importanti, con il leader di maggioranza del Senato, il democratico Schumer, e il leader di minoranza Mitch McConnell, e sarà invitato a parlare ai senatori. Per quanto riguarda la Camera, dove l’opposizione repubblicana ai nuovi fondi per Kiev è ancora più forte che al Senato, lo Speaker Mike Johnson incontrerà Zelensky, come ha confermato il portavoce Raj Shah su X, senza nessun invito, a quanto pare, a parlare con tutti i deputati. Come era successo per la precedente visita lo scorso settembre dopo la partecipazione all’Assemblea Generale dell’Onu, il Congresso non sembra quindi intenzionato a riservare al presidente ucraino l’accoglienza e gli onori concessi in precedenza, con il discorso pronunciato a Camere riunite lo scorso dicembre, con un vasto e bipartisan sostegno alla causa della difesa della libertà ucraina.
A differenza dello scorso anno, l’amministrazione Biden deve fare i conti con equilibri diversi al Congresso – con i repubblicani che controllano una Camera in cui la componente di estrema destra trumpiana ha dimostrato di avere sempre più potere – e con un crescente scetticismo riguardo alla quantità e all’utilizzo dei miliardi di dollari per aiuti militari ed economici approvati in favore dell’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022.
A rendere ancora più complicato il quadro il fatto che la situazione militare sul campo appare ormai in un totale stallo, con l’attesa controffensiva ucraina, per la quale gli Usa e gli alleati europei hanno invitato sofisticato materiale bellico per miliardi di dollari, che non ha prodotto i risultati che gli ucraini e gli Usa speravano.
Nei giorni scorsi, Biden ha rivolto un accorato appello al Congresso, ricordando che un mancato invio di aiuti americani farebbe il gioco di Vladimir Putin che potrebbe anche spingersi a invadere altri Paesi europei. “Non si può aspettare, è già sconvolgente che siamo arrivati a questo punto – ha detto riferendosi al ritardo nell’approvazione dei fondi – i repubblicani al Congresso sono disposti a fare a Putin il più grande regalo che possa sperare, abbandonando la nostra leadership globale non solo per l’Ucraina, ma anche oltre”.