Variante Omicron, sintomi e quanto dura: cosa sappiamo

Variante Omicron diffusa anche in Italia e, stando alle parole del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, rappresenterebbe circa il 50-60% dei contagi nel Paese. Ma quali sono i sintomi, i tempi di incubazione e durata della nuova mutazione? Ecco tutte le informazioni e le news sul tema.

I tempi dell’incubazione della malattia sembrerebbero essere molto rapidi. Dalla stima basata sulle analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida del 20 dicembre, come comunicato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota, e confrontando i risultati della flash survey condotta con la raccolta dei campioni il 6 dicembre e quelli di questa stima preliminare, il tempo di raddoppio della variante risulta di circa due giorni in linea con quello già trovato in altri Paesi europei. “Anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri Paesi europei”, spiegava il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro.

La prima mappa dei sintomi è stata elaborata sulla base dei casi tracciati a Londra tra ottobre e dicembre: i sintomi più comuni riportati e archiviati dall’app ZOE COVID sono stati naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola. Rispetto alla versione ‘tradizionale’ del covid, associato in particolare alla variante Delta, mancano segnalazioni alla perdita di olfatto e gusto, sintomi ‘spia’ della malattia nelle precedenti ondate.

I sintomi più lievi rischiano di essere confusi con sindromi da raffreddamento, quindi, molto comuni nei mesi invernali e decisamente diffusi tra i bambini. Il recupero dalle comuni malattie da raffreddamento avviene nel giro di 10 giorni, secondo i Centers for Disease control negli Stati Uniti. Le persone immunodepresse o affette da asma e patologie respiratorie, però, rischiano di arrivare a sviluppare malattie più serie, come la polmonite.

La variante Omicron appare tuttavia essere meno pericolosa per i polmoni secondo 3 studi indipendenti: uno condotto in Giappone, un altro a Cambridge (Uk), e l’ultimo a Hong Kong. Tutti e tre suggeriscono la stessa conclusione: il nuovo mutante mostrerebbe una “ridotta infettività” delle cellule polmonari.
Per un quadro più completo può essere utile l’esperienza diretta del professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. “Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi di vaccino che hanno il Covid. Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con il covid di chi non è vaccinato”, scriveva su Facebook il medico.

“Mi sembra che si stia consolidando l’idea che Omicron sia un pochino meno virulenta rispetto alla Delta, considerando quante persone vanno in ospedale rispetto al numero dei casi. Va detto che per diventare un semplice raffreddore probabilmente ci metterà non meno di 10 anni”, aggiunge oggi Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata, su Cusano Italia Tv.

“Certo, se aumentano tanto i casi aumenteranno comunque anche i ricoveri. Preoccupa molto la trasmissibilità di questa variante – sottolinea Andreoni – che è già dominante in Italia, considerando che dovrebbe aver superato il 50%. Sotto un aspetto puramente epidemiologico il fatto che il virus possa aver perso virulenza ci fa piacere, perché noi stiamo aspettando che il virus si adatti sempre di più all’uomo diventando meno aggressivo”.

(Adnkronos)