“Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi, e persino conformismi di moda”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria. “Tossine letali –razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato- che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti,persino tra artisti e scienziati, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti”, ha aggiunto.
“Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come ‘il secolo degli Stermini’. Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa –degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere- pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa”, ha affermato ancora Mattarella.
“Il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle immani sofferenze loro inflitte. Ma è espresso nell’impegno che –alla fine della Seconda Guerra mondiale– gli uomini liberi e gli Stati democratici presero, sulle ceneri di Auschwitz, per dire mai più”, ha detto quindi il capo dello Stato aggiungendo: “Un impegno che oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo”.
“Le origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel Vecchio Continente sono stati analizzati, interpretati e discussi, sotto la lente di studiosi delle più diverse discipline: storici,filosofi, psicologi, giuristi,sociologi, economisti, politologi, teologi – ha ricordato Mattarella – La ricerca sulla Shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti. Ma osservando, dall’alto e pure a distanza crescente di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, di impotenza, di incredulità. ‘Eventi incredibili -scrisse Luigi Meneghello -e insieme orribilmente documentati’”.
“I cancelli di Auschwitz – ha aggiunto il capo dello Stato – si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile: la cancellazione totale della dignità dell’uomo, il buio della ragione che, come avvertiva Goya, genera mostri. Auschwitz –punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi -è dunque il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanità e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia. Un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di Auschwitz, ammonisce -ha concluso Mattarella- e insegna ancora: ‘Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai’”.
“I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante -alimentato dall’uso distorto dei social-dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa”, ha sottolineato Mattarella affermando: “La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jäckel, ‘deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale’”. “Questo gruppo – ha ricordato – era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. Ma nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose”.