MANTOVA – “L’imperativo è ridurre le liste di attesa per offrire a tutti i servizi sanitari. Non c’è bisogno di dati statistici per comprendere i tempi di attesa irragionevoli per visite ed esami. Il nostro territorio ha in più una criticità: è molto vasto e poco densamente popolato, per cui ci sono – in molti casi – alcune aree di cittadini ben serviti ed altri totalmente scoperti. Ma è impensabile che chi vive a Sermide e Felonica possa recarsi con facilità ad Asola, Bozzolo o Castiglione delle Stiviere e viceversa.”. A spiegarlo sono i candidati mantovani di Azione al Consiglio Regionale Luca malavasi e Claudia Pavarini
Chiacchierando con i cittadini davanti agli Ospedali, sono tante le criticità raccolte dai due candidati che le elencano in: “tempi lunghissimi di attesa, visite annullate senza preavviso, necessità di recarsi al Pronto soccorso per l’assenza del medico di base. L’impegno di Azione-Italia Viva per ridurre le liste di attesa è a livello nazionale. Quarantuno miliardi spesi dai cittadini ogni anno per la sanità privata sono un dato che crea disuguaglianze sociali e permette solo alla parte più agiata dei cittadini di avere cure adeguate. Sanità e scuola sono invece i servizi essenziali che devono invece essere a tutti disponibili con la stessa priorità”.
“Letizia Moratti nel suo anno e mezzo alla guida della sanità lombarda ha portato investimenti nella sanità della nostra provincia che da anni attendavamo: ad Asola ha sbloccato i lavori di ristrutturazione interrotti nel 2016 con cinque milioni di euro, a Pieve di Coriano dopo 15 anni è in corso di installazione una nuova risonanza magnetica aperta, a Mantova sono in corso di appalto i lavori per il nuovo blocco e proprio pochi giorni fa ha aperto il reparto di neurochirurgia. Oltre alle strutture è però fondamentale semplificare il lavoro dei medici in servizio ed avviare una politica per attrarre nuovo personale. E’ evidente che i gettonisti possono essere una situazione emergenziale, ma servono politiche per incrementare il personale strutturato, per offrire un servizio efficiente e di qualità” continuano Malavasi e Pavarini.
“Come fare? A Mantova, anche i medici come tanti giovani, faticano a decidere di trasferirsi per vivere nella nostra città ed in provincia. Serve quindi da un lato ripensare all’attrattività complessiva del territorio implementando il welfare per coniugare impegni famigliari e lavorativi, il trasporto pubblico, completare le infrastrutture, sostenere il tempo libero; dall’altro, ripensare all’attrattività ospedaliera, continuando ad investire per aumentare la specializzazione dei reparti, incrementare l’attività di ricerca e i collegamenti e gli scambi con le Università e i grandi centri di riferimento Nazionali. E tutto questo è necessario anche per incrementare il numero dei medici di base”.
“Marco Carra parla di interregionalità dell’ospedale di Pieve come primo impegno di Majorino, ma voglio ricordare che la proposta era già stata avanzata dalla Lombardia e ignorata dalle Regioni confinanti” dichiara Pavarini riferendosi alle dichiarazioni di Marco Carra. Malavasi prosegue: “Con Emilia e Veneto occorrerebbe aprire un tavolo di reciprocità più ampio che l’ospedale; occorre trovare alleanze per la formazione professionale, il trasporto pubblico ed anche la sanità. È fondamentale investire per specializzare i reparti dell’ospedale. Solo così si può avere l’interesse delle altre Regioni e giocare una partita seria. Gli impegni di Carra e Majorino così costruiti non sono altro che promesse elettorali senza alcuna possibilità di attuazione”.