Boom di sbarchi e Wagner, quando il Copasir lanciò allarme

(Adnkronos) – La ”guerra ibrida che minaccia l’Unione europea e la sua coesione”, l’impatto del conflitto tra Russia e Ucraina sui flussi migratori, la crisi alimentare, il “blocco del grano” usato anche “per alimentare flussi migratori destabilizzanti dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa”, il ruolo “dei gruppi mercenari della brigata Wagner”, presenti nella Cirenaica: sono questi alcuni dei temi sui quali il Copasir metteva in guardia il Parlamento in due relazioni sull’attività svolta nel 2021 e nel 2022. Una questione tornata ora alla ribalta dopo le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto sul collegamento tra il boom di sbarchi dalle coste africane e la Wagner. 

Nella ‘Relazione sull’attività svolta dal 10 febbraio 2022 al 19 agosto 2022’, approvata e trasmessa alle Camere il 19 agosto dello scorso anno, il Copasir, allora presieduto da Adolfo Urso, osservava: “Il blocco navale delle esportazioni del grano e dei fertilizzanti da parte della Russia ha determinato una sequenza di rincari oltre che difficoltà nell’approvvigionamento di beni di primario interesse. Analogamente a quanto verificatosi in altri ambiti, dunque, anche in questo caso si è assistito ad un’ulteriore forma di guerra ibrida, azionata dalla potenza russa, che si è servita della leva alimentare anche allo scopo di diffondere una narrativa volta ad accusare gli Stati occidentali di aver provocato questo tipo di crisi”.  

“L’insicurezza nella disponibilità di materie agricole essenziali si rivolge in primo luogo contro i Paesi più deboli del Mediterraneo, con forte rischio di aggravarne lo stato di impoverimento, ma anche contro l’Italia e la stessa Europa”, sottolineava il Copasir spiegando che “la crisi alimentare, oltre per la gravità in sé, si accompagna infatti a conseguenze preoccupanti in termini di maggiore pressione demografica e migratoria da parte dei Paesi del Nordafrica e del Sahel, così esposti a nuove tensioni di ordine sociale e un aggravamento delle pregresse condizioni di instabilità. Sia il profilo della pressione migratoria che quello della carenza di beni alimentari di prima necessità è un’ulteriore riprova di come la guerra ibrida orchestrata dalla Federazione Russa si avvalga di svariati mezzi, provando a creare una vera e propria strategia del caos che deve essere valutata assai seriamente perché l’Italia rischia di esserne una potenziale vittima”.  

“Il blocco del grano è stato impiegato anche per alimentare flussi migratori destabilizzanti dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa – osservava il Copasir – si consideri altresì l’accelerazione delle partenze dei profughi dalla Cirenaica, in una regione in cui la Federazione Russa coltiva le proprie ambizioni attraverso la presenza, pur ridottasi per effetto del conflitto, dei gruppi mercenari della brigata Wagner”.  

“L’insieme di queste minacce espone in modo particolare l’Italia, che è un naturale crocevia di rotte e flussi: si potrebbero pertanto accendere ulteriori tensioni e instabilità nel quadrante nordafricano nel quale sono in gioco rilevanti interessi strategici nazionali”, concludeva il Comitato. 

Già in precedenza, nella ‘Relazione sull’attività svolta dall’1 gennaio 2021 al 9 febbraio 2022’, il Copasir puntava l’attenzione su potenziali rischi: “La Russia, considerata la principale minaccia verso Est, ha intrapreso ormai da qualche anno diverse iniziative assertive da Sud: una presenza con forze navali nel Mediterraneo; una presenza con truppe e l’occupazione di basi in Siria; interventi in Libia, Repubblica Centrafricana eMali di forze militari proprie o ad esse collegate, come la compagnia Wagner – sottolineava il Comitato – Gli interventi nella regione del Sahel hanno l’obiettivo di contrastare e porsi come alternativa alle operazioni dei Paesi occidentali in un’area delicatissima, considerata come il confine meridionale d’Europa, da cui originano alcune grandi minacce quali l’enorme instabilità degli Stati saheliani, il terrorismo di stampo jihadista e l’immigrazione clandestina. Tali elementi entrano a far parte della guerra ibrida che minaccia l’Unione europea e la sua coesione”. 

(Adnkronos)