Contrasto al caporalato, la Cia: “Introdurre un sistema di premialità per le aziende virtuose”

Danilo De Lellis (Cia)

MANTOVA – Contrastare la piaga del caporalato con mezzi e risorse adeguati, soprattutto sul fronte dei controlli da parte delle autorità competenti che ben conoscono il fenomeno sul territorio. Cia Agricoltori Italiani commenta il piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato presentato al Ministero del Lavoro. Un tavolo che ha visto la collaborazione di istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e Terzo settore. “Cia ritiene che il rafforzamento della Rete del Lavoro agricolo di qualità presso l’Inps, così come attuato finora, non sia una misura strategica per il contrasto al caporalato o per incentivare le aziende virtuose – commenta Danilo De Lellis, responsabile ufficio lavoro Cia Agricoltori Italiani – Dimostrazione della bassa efficacia della Rete sono le 3.800 iscrizioni complessive rispetto al totale delle aziende agricole. Sarebbe necessario introdurre un sistema di premialità che incentivi le imprese agricole ad iscriversi alla Rete ed ottenere così un riconoscimento per la virtuosità con cui operano”. Il piano presenta anche interessanti novità sul tema del decreto flussi. “Sebbene l’idea di creare un canale preferenziale e tracciato di gestione dei flussi da parte delle organizzazioni professionali agricole vada nella direzione da sempre auspicata da Cia – prosegue De Lellis – è giusto evidenziare come attualmente la tempistica del decreto non coincida con le esigenze organizzative delle aziende agricole“. “Il ruolo delle organizzazioni di impresa – aggiunge Domenico D’Amato, responsabile Cia Est Lombardia – non deve essere tanto quello di promuovere iniziative propagandistiche o slogan d’effetto. L’obiettivo deve essere quello di continuare nell’impegno quotidiano di sostegno e tutela del reddito delle aziende agricole e nel sensibilizzare i consumatori a scegliere dagli scaffali i prodotti con il giusto prezzo, consapevoli che dietro a una bottiglia che costa addirittura meno del vetro che contiene il prodotto agricolo, ci sono aziende che chiudono o falliscono. Le aziende agricole sono impegnate sempre di più nella costruzione di un sistema imprenditoriale etico che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, contribuendo in modo significativo alla tenuta economica e sociale del nostro Paese”.

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