(Adnkronos) – “Ora sono in uno stato di forma di fisico molto buono, lavoriamo tanto fino al weekend e poi arriva la parte più divertente, cioè giocare il torneo. Abbiamo lavorato tanto sul servizio, ma stiamo cambiando anche altre due, tre cosine. La cosa più importante ora è lavorare tanto, in qualità e quantità. Poi, certo, sono numero sei del mondo ed è un ottimo risultato”: Così Jannik Sinner a pochi giorni dall’esordio allo Us Open.
“Simone (Vagnozzi) è molto bravo nella parte tattica e tecnica dei colpi. Darren (Cahill), che ha avuto più esperienza, sa parlare molto bene prima delle partite importanti, ti fa stare tranquillo -prosegue il 22enne altoatesino a ‘La Repubblica’-. Ma tutti e due si capiscono molto bene. Il lavoro di squadra è fondamentale. Quando sei giovane non non lo puoi capire, no. Perché pensi totalmente ad altre cose e ascolti. Io ero bravo ad ascoltare, ancora lo faccio molto bene. Ascolto i consigli tecnici e provo a realizzarli subito. Forse questo mi ha portato dove sono ora. Certo, anche nell’altro senso ora le cose un pochettino sono cambiate. C’è più confronto, nel senso che quando non capisco una cosa, ho voce in capitolo. C’è un confronto peri trovare una soluzione giusta. Ora siamo tutti sulla stessa linea, cioè siamo una squadra: il fisio, il preparatore, Darren e Simone. Quando c’è una cosa di cui discutere si parla tutti insieme, e insieme si mettono tutte le cose: quella è la nostra forza, il segreto del team”.
Come fa a non farsi distrarre dai soldi o dalle enormi attenzioni che le riservano i fan? “Sinceramente? Sono sempre uguale, come persona, ho le mie passioni: ora mi piace giocare a golf, e poi mi piacciono tantissimo le macchine -prosegue Sinner-. Il mio vero, e unico regalo, è stata una Alpine. Ma non per farmi vedere in giro. Credo di essere un ragazzo normale”. Veramente il collega Bublik disse che non era umano…”Ah ah ah… questo è quello che vedete voi, ma io tranquillo non sono. Dentro di me ci sono i dubbi, mi pongo domande, mi incavolo e rosico quando non risolvo subito perché io sono uno che vuol fare le cose subito”.
Da altoatesino Sinner è bilingue ma da diversi anni ha lasciato la sua terra d’origine. “Da quando ho 13 anni tutti i miei ragionamenti sono in italiano. Ormai faccio fatica in tedesco. Con i miei amici parlo misto. Gli amici, quelli veri sono dei tempi della scuola, sono gli amici che mi conoscono da sempre e per loro non è importante se sono il numero 6 o il 6000. Sono come fratelli, li sento tutti i giorni e quando ho bisogno di parlare loro qualche volta restano svegli anche la notte ad aspettarmi, come faccio io se qualcuno di loro ha bisogno. Per me l’amicizia è più importante che giocare una partita. Gli amici ti dicono le parole giuste: mi ricordano da dove sono partito, ti tengono su quando sei nella merda. Per me l’amicizia vuol dire tanto”.