Regione Lombardia boccia l’interregionalità per l’ospedale di Pieve

L'autopsia confermerebbe la morte naturale del medico deceduto dopo la vaccinazione anti-Covid
L'ospedale di Pieve di Coriano dove esercitava il chirurgo deceduto

PIEVE DI CORIANO – “Non sarà avviato alcun percorso sperimentale di interregionalità per l’ospedale di Pieve di Coriano”. La risposta dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, all’interrogazione del consigliere del Pd, Maro Carra, chiude le porte al progetto che nel 2015, con un voto unanime espresso del Consiglio regionale su un ordine del giorno proposto dal PD, era stato dichiarato positivamente, impegnando la Giunta ad attivare una sperimentazione gestionale per poter far diventare Pieve presidio ospedaliero interregionale strategico.

“La risposta dell’assessore, commenta Marco Carra, di fatto chiude alla volontà politica di avviare un progetto sperimentale e innovativo per l’ospedale di Pieve di Coriano. Pur riconoscendo alcuni investimenti importanti che la regione ha destinato all’ospedale di Pieve, esprimo rammarico per la decisione di Bertolaso di dichiarare decaduto l’odg del 2015, poiché ritengo che una proposta che ha in sè un valore possa essere tenuta in considerazione anche oggi. In questo troviamo l’ipocrisia della destra che solo qualche anno fa votava a favore di un ordine del giorno che prevedeva l’avvio di questo percorso e oggi, con le dichiarazioni dell’assessore, lo rigetta. Come al solito la destra si prende impegni quando si tratta solo atti politici, mentre quando si tratta di tradurli in azioni concrete, questi vengono abbandonati.
La richiesta dell’interregionalità rispondeva ad una esigenza che il territorio aveva manifestato e avrebbe potuto essere un’occasione di confronto tra le amministrazioni regionali di Lombardia, Emilia e Veneto. In questa direzione si potevano costruire soluzioni innovative per la gestione della sanità pubblica in termini che superano i confini territoriali, anche se non codificate da alcuna norma. Certamente le competenze della sanità sono e restano regionali, ma per la caratteristica logistica del presidio di Pieve di Coriano, al confine tra tre regioni, con un bacino di utenza di oltre 200 mila persone, si poteva avviare un ragionamento per guardare in prospettiva, tutto da costruire sul piano politico, ma che poteva avviare un processo di sperimentazione interessante e utile per i cittadini e per gli operatori sanitari. A questo punto, sulla base e in conseguenza di questa risposta data al territorio, valuteremo se, e che tipo di iniziative intraprendere.
Ritengo positivo che la regione abbia deciso di investire sul potenziamento dell’ospedale ma se questo è accaduto è anche grazie alla mobilitazione del territorio, dei suoi sindaci, del Comitato a tutela dell’ospedale, delle forze sociali e politiche di opposizione, in particolare il Partito Democratico”.

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