MANTOVA – Costruzione di un’autostazione centrale degli autobus per rimediare alla svendita di Piazzale Mondadori, ripensamento da zero dei percorsi delle linee urbane ed extraurbane per garantire linee più veloci e migliorare il collegamento tra capoluogo e provincia, taglio del costo degli abbonamenti per pendolari e studenti seguendo l’esempio di tante città europee. Questi sono solo alcuni degli interventi che Potere al Popolo propone per rilanciare il trasporto pubblico locale.
Per il movimento, le proteste di studenti e famiglie di queste settimane denunciano un problema ormai insostenibile a cui è necessario dare risposte di lunga durata, non il teatrino dei partiti che si accusano a vicenda annunciando “pezze” per salvare il salvabile. “In questi anni la politica locale si è limitata ad amministrare il declino di questo fondamentale servizio pubblico appoggiando, per convenienza politica o per mancanza di coraggio, il taglio di corse e linee e le strategie regionali e nazionali di smantellamento di un servizio di primaria importanza” afferma con convinzione Marco Rossi, portavoce provinciale di PaP. “Le pezze annunciate dalle istituzioni non bastano più. Serve il coraggio di ripensare da zero il trasporto pubblico locale e garantirgli innanzitutto le risorse economiche necessarie”.
Tra le priorità indicate da Potere al Popolo c’è anche l’allungamento dell’orario serale per la fine delle corse, con sperimentazione di corse notturne in alcuni week-end oltre al miglioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro degli autisti per attirare nuovo personale. Di queste e di altre idee si è discusso durante l’incontro che si è tenuto presso la Casamatta sabato scorso e che ha visto partecipare rappresentanti degli studenti e dei lavoratori. Per Potere al Popolo si tratta di misure realizzabili: “i soldi ci sono e ce ne sono tanti” – sottolinea Rossi – “quello che manca è la volontà politica e un’idea di futuro sostenibile che pensi a risolvere i problemi concreti dei cittadini. Se si può perdere tempo a discutere su come spendere 200 e più milioni di euro per permettere a catene private di fare gli hotel galleggianti sul Mincio, significa che ci sono anche i soldi per i bus degli studenti.” Il portavoce di PaP chiude con una provocazione che sa di amara verità: “se gli autobus servissero per trasportare truppe in guerra i soldi si troverebbero subito. Il fatto che si tagli sul diritto alla mobilità, e quindi all’istruzione, è una vergogna che deve finire”.