Barilla porta il pubblico alla scoperta del suo archivio storico

(Adnkronos) – Il Gruppo Barilla apre le porte del suo Archivio Storico per una nuova esposizione nell’ambito di ‘ApritiModa 2024’, in programma il 19 ottobre: otto dei preziosi abiti indossati da Mina nei celebri caroselli diretti da Piero Gherardi tra il 1966 e il 1967 verranno esposti al pubblico in una mostra, presso l’headquarter di Barilla a Pedrignano, alle porte di Parma, che offrirà un viaggio tra piume, strascichi e corpetti di uno dei periodi più iconici della pubblicità italiana. 

Attivo dal 2017, ApritiModa porta ogni anno il pubblico alla scoperta dei luoghi più segreti e affascinanti del mondo della moda, celebrando il Made in Italy. Questa edizione vedrà protagonista Mina, icona senza tempo, che dal 1965 al 1970 è stata testimonial d’eccezione per Barilla. Attraverso caroselli diretti da maestri come Gherardi, Mina non solo prestava la sua voce, ma incarnava eleganza e raffinatezza con abiti che ancora oggi rappresentano il meglio del costume e della moda italiana. 

La mostra, oltre a presentare i costumi firmati da Gherardi, offrirà anche la proiezione di alcuni dei più celebri caroselli dell’epoca e un percorso fotografico con gli scatti di Piero Pascuttini, fotografo delle dive di Cinecittà. Le visite, che si terranno sabato 19 ottobre con ingresso gratuito, richiedono la prenotazione sul sito www.apritimoda.it. 

Una ‘Pasta diva’. A questo pensava Pietro Barilla quando, nel 1965, aveva incontrato a Roma Mina, che i sondaggi dell’epoca davano come la più amata dagli italiani. Una diva per rivoluzionare l’immagine della pasta e farla diventare un piatto di tendenza. Lei disse di sì, lasciandoci piccoli grandi capolavori fuori dal tempo, eccezionale interprete dei caroselli Barilla dal 1965 al 1970 che ebbero come obiettivo di togliere la pasta dall’ordinario per renderla una scelta di stile. In 5 anni Mina, diretta da registi del calibro di Valerio Zurlini, Piero Gherardi, Antonello Falqui ed Enrico Sannia registra più di 60 cortometraggi oggi conservati presso l’Archivio Storico Barilla nelle pellicole 35mm, dando voce alla qualità della pasta Barilla.  

Lo dirà lei stessa alla fine di ogni spot del 1965 “B come Buona cucina, un tocco di alta cucina nei piatti semplici di ogni giorno”. Un claim preceduto dalla sua musica, visto che in ogni carosello Mina intonava i classici del suo repertorio dell’epoca: “Brava”, “Vorrei che fosse amore”, “Niente di niente”, “La canzone di Marinella” a “Sacumdì sacumdà”, “L’ultima occasione”, “Un anno d’amore”, “Città vuota” “Un bacio è troppo poco”, “Soli” e “Quand’ero piccola”. 

(Adnkronos)