ROMA (ITALPRESS) – “Questa è una consultazione nazionale dedicata al piano di rilancio: un piano articolato in macro-obiettivi, linee di intervento e declinati in alcuni progetti specifici. Alcuni sono più puntuali, più circoscritti come raggio d’azione, altri si tratta di obiettivi di più ampio raggio. Con cui intendiamo contribuire a realizzare il Paese che vogliamo, e abbiamo necessità di farlo perchè siamo nel pieno di una pandemia che sta deprimendo il tessuto economico e sociale molto severamente”. Principia così il premier Giuseppe Conte nell’incontro con le società partecipate a Villa Doria Pamphili, cornice degli Stati generali dell’Economia. “Voi – ha detto rivolgendosi ai manager delle partecipate- conoscete le stime che le maggiori autorità europee e internazionali hanno diffuso. Dobbiamo confrontarci con uno scenario di grande incertezza ancora. Questa è una variabile in questo momento per la crescita economica, che ci impedisce di avere contezza del quadro macroeconomico nei dettagli”. Per Conte appare necessario “creare ora le premesse per poter consentire un recupero in termini di produttività, di prodotto interno lordo”.
Il presidente del Consiglio ammette la profonda insoddisfazione “dell’andamento di questi indici negli ultimi anni. Siamo sempre stati al di sotto della media europea. Riteniamo che il Paese abbia potenzialità di recupero superiori, di gran lunga più elevate. Non siamo ancora riusciti a esprimerle, questo evidentemente per le carenze di struttura, dei vizi ‘funzionalì che l’intero sistema Italia si porta avanti”. Come superare questo gap è l’interrogativo che si pone Conte, il quale fornisce una prima risposta e che trova uno snodo proprio a Villa Pamphili. “Noi oggi programmiamo questo rilancio. Abbiamo lavorato con i ministri, abbiamo condiviso il Piano con tutta la maggioranza per dare già una base di partenza solida dal punto di vista politico; ora ci confrontiamo con tutte le forze produttive, culturali, sociali e economiche del Paese. Quindi anche con voi che siete la spina dorsale del Paese: molti di voi hanno assetti di governance che rispondono a logiche di mercato e quindi dovete perseguire le finalità che una società tale deve avere. Avete delle sensibilità che ci consentono di confrontarci in modo concreto e di coinvolgervi nel raggiungimento di questi obiettivi”.
Il premier ribadisce le tre direttrici sulle quali muoversi: “modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale, territoriale e di genere. Non immaginiamo oggi qui di concordare nel dettaglio e nello specifico i progetti, ma riteniamo di dare a questa riunione un senso allorchè voi darete contributi. Nei prossimi giorni potrete far pervenire degli appunti scritti, anche in termini di nuovi progetti da noi non individuati; osservazioni puntuali sui progetti sui quali vi sentiti più coinvolti”. E azzarda una data per il varo di un nuovo progetto di rilancio. “Confidiamo già la settimana prossima di rivedere il programma e provare a chiuderlo. Faremo un confronto con le forze politiche di opposizione, dopodichè avremo la bozza di piano di rilancio a cui lavorare alacremente nelle prossime settimane”. Conte spiega che “da questo ricaveremo il Recovery Plan che presenteremo a settembre. L’ho ribadito anche ieri al Consiglio europeo. Il fatto che l’Italia, anzichè come spesso accaduto in passato, sia stato il primo Paese in Ue a predisporsi a questo rilancio è un valore aggiunto”. Per il capo dell’esecutivo “qui non è solo questione di intervenire sui Paesi e le zone più colpite, ma predisporre sostegni economici in forma di grants and loans per quei Paesi che per fisionomia e struttura, capacità di spesa negli anni, hanno minore reazione, minore resilienza. Noi siamo tra quelli. Ci viene riconosciuta la possibilità di recuperare un gap. Abbiamo una grande responsabilità oggi, ma anche rispetto ai nostri figli e nipoti. Sta a noi tramutare la sofferenza di questo periodo in opportunità: e vogliamo farlo con voi”.
Il piano di rilancio, nelle intenzioni del premier, sarà la strada maestra da seguire in Europa. “Da questo andremo a ricavare il Recovery Plan che sarà più circoscritto, sarà un pacchetto di investimenti e riforme che verranno finanziati con fondi europei. Per questo, anche nella logica europea, sarà importante rispettare il cronoprogramma, la road map ben precisa, e articolare progetti concreti. Motivo per cui assegniamo grande importanza al Decretosemplificazioni, sul quale stiamo continuando a lavorare anche in questi giorni, per cui confido che saremo pronti già la settimana prossima: ci serve un provvedimento mirato per intervenire su alcuni snodi, per quanto sappiamo che un solo provvedimento normativo non possa risolvere il problema atavico di una incrostazione burocratica”.
(ITALPRESS)
Il presidente del Consiglio ammette la profonda insoddisfazione “dell’andamento di questi indici negli ultimi anni. Siamo sempre stati al di sotto della media europea. Riteniamo che il Paese abbia potenzialità di recupero superiori, di gran lunga più elevate. Non siamo ancora riusciti a esprimerle, questo evidentemente per le carenze di struttura, dei vizi ‘funzionalì che l’intero sistema Italia si porta avanti”. Come superare questo gap è l’interrogativo che si pone Conte, il quale fornisce una prima risposta e che trova uno snodo proprio a Villa Pamphili. “Noi oggi programmiamo questo rilancio. Abbiamo lavorato con i ministri, abbiamo condiviso il Piano con tutta la maggioranza per dare già una base di partenza solida dal punto di vista politico; ora ci confrontiamo con tutte le forze produttive, culturali, sociali e economiche del Paese. Quindi anche con voi che siete la spina dorsale del Paese: molti di voi hanno assetti di governance che rispondono a logiche di mercato e quindi dovete perseguire le finalità che una società tale deve avere. Avete delle sensibilità che ci consentono di confrontarci in modo concreto e di coinvolgervi nel raggiungimento di questi obiettivi”.
Il premier ribadisce le tre direttrici sulle quali muoversi: “modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale, territoriale e di genere. Non immaginiamo oggi qui di concordare nel dettaglio e nello specifico i progetti, ma riteniamo di dare a questa riunione un senso allorchè voi darete contributi. Nei prossimi giorni potrete far pervenire degli appunti scritti, anche in termini di nuovi progetti da noi non individuati; osservazioni puntuali sui progetti sui quali vi sentiti più coinvolti”. E azzarda una data per il varo di un nuovo progetto di rilancio. “Confidiamo già la settimana prossima di rivedere il programma e provare a chiuderlo. Faremo un confronto con le forze politiche di opposizione, dopodichè avremo la bozza di piano di rilancio a cui lavorare alacremente nelle prossime settimane”. Conte spiega che “da questo ricaveremo il Recovery Plan che presenteremo a settembre. L’ho ribadito anche ieri al Consiglio europeo. Il fatto che l’Italia, anzichè come spesso accaduto in passato, sia stato il primo Paese in Ue a predisporsi a questo rilancio è un valore aggiunto”. Per il capo dell’esecutivo “qui non è solo questione di intervenire sui Paesi e le zone più colpite, ma predisporre sostegni economici in forma di grants and loans per quei Paesi che per fisionomia e struttura, capacità di spesa negli anni, hanno minore reazione, minore resilienza. Noi siamo tra quelli. Ci viene riconosciuta la possibilità di recuperare un gap. Abbiamo una grande responsabilità oggi, ma anche rispetto ai nostri figli e nipoti. Sta a noi tramutare la sofferenza di questo periodo in opportunità: e vogliamo farlo con voi”.
Il piano di rilancio, nelle intenzioni del premier, sarà la strada maestra da seguire in Europa. “Da questo andremo a ricavare il Recovery Plan che sarà più circoscritto, sarà un pacchetto di investimenti e riforme che verranno finanziati con fondi europei. Per questo, anche nella logica europea, sarà importante rispettare il cronoprogramma, la road map ben precisa, e articolare progetti concreti. Motivo per cui assegniamo grande importanza al Decretosemplificazioni, sul quale stiamo continuando a lavorare anche in questi giorni, per cui confido che saremo pronti già la settimana prossima: ci serve un provvedimento mirato per intervenire su alcuni snodi, per quanto sappiamo che un solo provvedimento normativo non possa risolvere il problema atavico di una incrostazione burocratica”.
(ITALPRESS)