Iveco, Urso: “Vigileremo per prospettive di sviluppo”. Sindacati: “chiediamo un incontro con Tata”

ROMA – Si è svolto oggi a Palazzo Piacentini il primo incontro sui processi di cessione avviati da Iveco, per i rami militare e civile, con Leonardo e Tata Group. Presenti alla riunione, convocata dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i rappresentanti del gruppo Iveco e le organizzazioni sindacali.

“Siamo pienamente consapevoli del grande valore di questo asset dell’industria italiana: dei suoi stabilimenti, dei suoi marchi e delle sue professionalità. Riteniamo che questa importante operazione industriale, se ben strutturata, possa aprire nuove prospettive di sviluppo” ha dichiarato il Ministro Urso nel suo intervento.

“Il tavolo insediato oggi al Mimit – ha aggiunto – sarà permanente, come condiviso con azienda e parti sociali. Seguirà tutto il percorso di cessione dei prossimi mesi, affinché vi siano le massime garanzie per i lavoratori coinvolti e per la valorizzazione del patrimonio industriale di Iveco e di tutta la sua filiera”.

Il Ministro ha quindi espresso l’impegno di coinvolgere, già a partire dalla prossima riunione, le società Leonardo e Tata Group, in modo che possano illustrare le strategie e le prospettive di medio-lungo termine legate a queste operazioni industriali, insieme ai rappresentanti delle Regioni in cui hanno sede gli stabilimenti. Oltre agli aspetti produttivi e occupazionali, particolare attenzione sarà posta dal Mimit alla tutela della tecnologia, della ricerca e del patrimonio industriale, così da rafforzare la centralità del nostro Paese nello sviluppo internazionale dell’azienda.

LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil
“Il Governo garantisca la presenza pubblica” chiedono i sindacati che intervengono anche sulla questione Exor chiedendo che rimanga in Italia e maggiori garanzie di Tata che attualmente sono limitate a due anni, e invece dovrebbero essere sul lungo termine

MASSARI, FIOM: INACETTABILE SCELTA DI VENDERE. NON SODDISFATTI INCONTRO AL MIMIT
“E’ inaccettabile l’atteggiamento della famiglia Elkann di dismettere tutto ciò che c’è in Italia pensando solo al piano finanziario – sottolinea il segretario generale della Fiom Cgil di Mantova, Marco Massari – non siamo per nulla soddisfatti dell’incontro al Mimit e del fatto che le garanzie di Tata siano solo di due anni e non sul lungo periodo, per noi è possibile investire perchè ci sono margini di crescita, ma l’assenza di un piano industriale ci preoccupa. Da settembre inizieremo a fare assemblee per incontrare i lavoratori ed esporre la situazione e poi si deciderà il da farsi”.

TONGHINI (Fim Cisl Asse del Po) “PREOCCUPAZIONE SU OCCUPAZIONE E FUTURO INDUSTRIALE”
“Preoccupazione su occupazione e futuro industriale. Il governo intervenga per mantenere la presenza italiana di EXOR” –  così Monica Tonghini, Segretaria generale FIM Cisl Asse del Po.  “Ho partecipato al tavolo ministeriale, insieme al Segretario nazionale della FIM, per seguire in prima persona una vicenda delicata e strategica per l’occupazione nel territorio mantovano. L’attenzione è massima per gli oltre 2400 lavoratori dello stabilimento di Suzzara.

Abbiamo chiesto con forza che l’Esecutivo intervenga sull’attuale proprietà per esercitare un’azione di responsabilità politica e industriale. Abbiamo ribadito la necessità di un confronto immediato e costante con il Ministro Urso, affinché venga avviato un tavolo strutturato in grado di garantire trasparenza, tutela occupazionale e prospettive industriali per il futuro del gruppo Iveco in Italia.

La recente operazione di cessione del ramo Difesa di Iveco a Leonardo a nostro avviso è da leggere come una manovra preliminare alla possibile cessione dell’intero Iveco Group al gruppo indiano Tata. Un’ipotesi che desta profonda preoccupazione in merito alla tenuta occupazionale degli stabilimenti italiani, alla continuità industriale e alla salvaguardia del patrimonio produttivo strategico del nostro Paese.

La cessione del comparto Difesa a Leonardo potrebbe, se ben gestita, rappresentare un’opportunità di crescita per gli stabilimenti coinvolti. Tuttavia, senza adeguate garanzie, questa operazione può comportare anche effetti negativi: dalla possibile assegnazione delle attività non strettamente militari a Rheinmetall, alle ricadute sulla componentistica attualmente prodotta da altri siti italiani del Gruppo Iveco.
Chiediamo al Governo italiano di intervenire per mantenere una presenza di Exor.

DI PARDO (UILM UIL): “I PROPOSITI CI SONO MA VIGILIREMO AFFINCHE’ SIANO RISPETTATI”
“Le notizie di una vendita si susseguivano da tempo e noi abbiamo mantenuta alta l’attenzione, ma alla fine l’ufficialità è arrivata ieri e oggi con Iveco al tavolo al Mimit – commenta Luciano Di Pardo segretario provinciale Uilm Uil – diciamoci la verità Iveco era molto in difficoltà a rispettare le scadenze dettate dall’Europa sulle auto elettriche e se non fosse stata venduta ci troveremmo a parlare di stabilimenti in crisi come Melfi e Torino. I buoni propositi ci sono, ma non dobbiamo abbassare la guardia e continuare a vigilare. Non ci sono piaciute le garanzie per due anni, o ci credi in un settore o non ci credi, non puoi dare un tempo di scadenza. Da qui però a pensare ad una dismissione io non credo, è un settore che ha margini di crescita, certo per farlo crescere ci vogliono soldi e investimenti. Il fatto che la sede pensante resti a Torino ci piace molto, sicuramente da italiano e lavoratore Iveco mi dispiace tantissimo che un altro marchio storico del made in Italy non sia più italiano. Ora comunque, quello che ci interessa è vedere se i propositi diventeranno azioni e soprattutto chiediamo un incontro a Tata, vogliamo parlare direttamente con loro”.

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