Affini a tener alta la bandiera di Mantova al Giro, a 90 anni da quando Guerra indossò la prima maglia rosa

Edoardo Affini sarà tra gli atleti che verranno premiati

MANTOVA  Cercherà di tenera alta la bandiera di Mantova alla 104esima edizione del Giro d’Italia, che prenderà il via sabato con la cronometro di Torino.
E per il buscoldese Edoardo Affini, della Jumbo Visma, questa sarà la seconda partecipazione a Giro dopo lo sfortunato debutto dello scorso anno quando dopo una settimana fu costretto al ritiro per una caduta che gli cosò la frattura della mano destra.
Lui racconta di essere già emozionato pensando che per ben due volte, il 21 e il 27 maggio, passerà per le strade della città e della provincia mantovana. Peraltro questa è un’edizione importante visto che si celebra il 90esimo anniversario della maglia rosa di Learco Guerra. Affini si racconta con un’intervista rilasciata al quotidiano La Voce di Mantova in cui spiega che, sta “pensando a qualcosa per farsi riconoscere dagli sportivi mantovani” e che cercherà di dare il massimo per non deludere le attese dei suoi tanti sostenitori in terra virgiliana.
Alla domanda di quale sarà il suo ruolo in squadra Affini spiega che sarà innanzitutto rivolto ad agevolare le volate di Dylan Groenewegen, ovvero il nostro uomo di punta per gli arrivi di tappa, e di portare nelle condizioni migliori ai piedi delle salite George Bennett, l’atleta sul quale si punta per la classifica generale. Mi piacerebbe comunque mettermi in evidenza nelle due tappe a cronometro, il prologo di Torino e la frazione conclusiva a Milano. E se nel corso della manifestazione si creeranno le condizioni, non rinuncerò a dire la mia, ma prima di tutto viene la squadra”.
Effettivamente Affini si è sempre fatto notare nelle crono, gli viene chiesto a tal proposito che obiettivo si è dato per le due crono in programma al Giro e lui risponde che “cercherà ovviamente di dare il massimo ma come sempre sarà la strada a emettere i verdetti”.
Le condizioni fisiche son buone, dichiara l’atleta buscoldese, e la speranza è di poterle migliorare tappa dopo tappa. Un grande in bocca al lupo dunque a Edoardo Affini per questa nuova avventura che avrà ovviamente un valore speciale, a 90 anni esatti da quando Learco Guerra, alla prima tappa del giro e sul traguardo nella sua Mantova, batté l’iridato e favorito Alfredo Binda, indossando per primo nella storia la “rosa”: tre etti di lana con il collo alto e due tasche sul davanti dove farci star dentro tutto ciò che può servire in gara che sarebbe diventata, di li a poco, il simbolo del ciclismo italiano.