MANTOVA – L’allarme è stato lanciato da un dossier della Lega Nazionale Dilettanti: il prossimo anno, il 30% delle società calcistiche a livello dilettantistico rischia di sparire a causa della crisi economica, dovuta al coronavirus. Peseranno i mancati introiti da parte degli sponsor (spesso piccole aziende locali), ma anche altri incassi derivanti da tornei o manifestazioni estive. E, tra quelle che si iscriveranno, tutte dovranno rivedere al ribasso il proprio budget. In pericolo anche la funzione sociale del calcio dilettantistico: secondo una stima, 200.000 ragazzi rischiano di non avere più una società calcistica con cui scendere in campo. Un problema non da poco, visto che il volontariato e la passione dei dirigenti, hanno permesso di creare un sistema virtuoso in grado di togliere dalla strada i più giovani, specie nelle realtà più difficili. Per questo è stato richiesto alla Figc un contributo di 12.5 milioni per frenare l’emorragia. Basterà? Il calcio dilettantistico genera un indotto stimato di circa 2 miliardi di euro l’anno. Lo abbiamo chiesto a due dirigenti sportivi mantovani.
PERANI: “E’ TEMPO DI PENSARE ALLA SALUTE. SAPREMO RIPARTIRE”
Giancarlo Perani, amministratore delegato del Castiglione, segue da vicino le vicissitudini del sistema sanitario, grazie alla sua professione: “Stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti, dobbiamo in primo luogo superare quella. Dopo si potranno fare tanti discorsi su come ripartire. Certo, dispiace non poter concludere l’annata, ma ce ne faremo una ragione: altro non si può davvero fare. Il futuro? La nostra società saprà andare avanti, oggi è difficile quantificare quanto inciderà la contrazione dell’economia sulle prossime annate sportive”.
SALVETTI: “MOLTI SARANNO IN DIFFICOLTÀ. MA IL LATO SANITARIO È FONDAMENTALE”
“Vedremo quando si potrà tornare sui campi di gioco” dice il vicepresidente dello Sporting Club Federico Salvetti. “Tanti dovranno ridurre di molto i budget, perchè la maggior parte degli sponsor penserà a tutelare in primis dipendenti e liquidità. Qualche altra società sicuramente non ce la farà, ma anche il lato sanitario non è da sottovalutare. Se non si troverà un vaccino nei prossimi mesi, per esempio, non so quanti vorranno mettersi in gioco in uno sport di contatto come il calcio, specialmente se parliamo dei ragazzi. E questo accadrà anche se le autorità sanitarie dovessero mettere sotto controllo l’epidemia“.