12 aprile 1959, l’attualità del messaggio di don Mazzolari a 61 anni dalla morte

12 aprile 1959, l'attualità del messaggio di don Mazzolari a 61 anni dalla morte

MANTOVA – Nell’omelia del Mercoledì santo, lo scorso 8 aprile Papa Francesco, commentando il tradimento di Gesù da parte di Giuda, ha citato Don Primo Mazzolari esclamando: “Com’è il mistero di Giuda? Non so… Don Primo Mazzolari l’ha spiegato meglio di me”. Francesco, da sempre grande ammiratore di don Primo al punto di decidere di venire ad omaggiarlo nel 2017 nella sua Bozzolo, ha riconosciuto il grande valore dell’omelia più celebre del sacerdote, “Nostro fratello Giuda”, tenuta il 3 aprile del 1958, Giovedì santo.
Dopo poco più di un anno, il 12 aprile 1959, don Mazzolari, morì.  Oggi sono passati dunque 61 anni da quel giorno ma l’attualità di don Primo diventa ogni giorno più palpabile.
Don Bruno Bignami, postulatore della causa di canonizzazione di don Primo, ieri sulle pagine de L’Osservatore Romano ha parlato del libro da poco pubblicato di monsignor Leonardo Sapienza dal titolo “Non mi sono mai vergognato di Cristo”.
Lo fa per spiegare la spiritualità di don Mazzolari, “Don Primo deve essere ricordato come uomo di fede, prete innamorato di Cristo, dedito gioiosamente all’annuncio della misericordia del Padre” scrive don Bignami che poi sottolinea “Non lo colgono nella sua verità interiore quelli che si fermano alle sole posizioni politiche, pacifiste o polemiche, se non lo inseriscono nel quadro di una fede appassionata e libera…. Don Primo è l’esempio di quei sacerdoti che Papa Francesco nella Gaudete et exsultate vede come testimoni credibili, lontani da una tranquilla mediocrità anestetizzante. “La loro testimonianza ci ricorda che la Chiesa non ha bisogno di tanti burocrati e funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’entusiasmo di comunicare la vera vita”

Prete di frontiera”, “Parroco d’Italia”, precursore di tanti temi che oggi sono al centro della discussione della Chiesa, l’attenzione ai poveri e agli ultimi, la libertà religiosa il dialogo con tutti, anche con chi rifiutava la fede, la necessità di una società solidale, il pacifismo. Antifascista convinto, ma parlando della politica diceva : “Non a destra, non a sinistra, non al centro ma in alto” e ancora:  “Prima di essere ammessi a un partito ci vorrebbe la promozione a uomo”.
E in questo 61esimo anniversario della sua scomparsa ci piace in particolare ricordarlo con una frase a conferma di un uomo che, come disse Paolo VI, “camminava avanti con un passo troppo lungo e spesso non gli si poteva tener dietro”. Diceva infatti don Primo: “democrazia vuol dire non soltanto le strade sicure, le banche sicure, ma anche il pane, anche la giustizia, anche il lavoro sicuro”.