200 pazienti Covid dimessi dagli ospedali mantovani. E al Poma si preparano le sale operatorie per i positivi

200 pazienti Covid dimessi dagli ospedali mantovani. E al Poma si preparano le sale operatorie per i positivi

MANTOVA – Sono circa 200 i pazienti contagiati dal coronavirus che sono stati dimessi dagli ospedali mantovani. Un’altra decina sono pronti per essere dimessi ma, così come accaduto anche per altri nei giorni scorsi, sono persone che hanno bisogno di un luogo dove rimanere ancora in isolamento perchè sono positive al virus. A casa non possono tornare perchè rischierebbero di contagiare i familiari.
Asst ha già fatto un accordo con due strutture che prima ospitavano delle comunità socio-assistenziali, ora vuote, che già dai primi giorni della prossima settimana potranno ospitare i pazienti dimessi. Pare che Asst preferisca queste soluzioni rispetto agli alberghi perchè sono più piccole e hanno già il personale preparato per offrire assistenza.
Tra gli altri dati positivi il calo degli accessi al Pronto Soccorso da parte di malati Covid mentre rimangono piene le terapie intensive. Questo a causa dei lunghi periodi di ventilazione a cui devono essere sottoposti i malati più gravi, quelli con un’importante insufficienza respiratoria dovuta alla polmonite interstiziale.

PLASMA DA PAZIENTI GUARITI E TOCILIZUMAB

Sono due i malati positivi al Covid che hanno ricevuto il plasma di donatori guariti. I primi risultati paiono incoraggianti. Si stanno selezionando altri donatori che, oltre ad avere i due tamponi consecutivi negativi, devono presentare anche altre caratteristiche per poter essere scelti.
Buoni risultati sembrano arrivare anche dai primi usi del Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide che ha la peculiarità di aiutare a “spegnere” l’infiammazione polmonare.
Le due sperimentazioni terapeutiche, quella del plasma e del Tocilizumab, vengono portate avanti in sinergia tra i diversi settori del Poma, coinvolgendo i medici di Pronto Soccorso, pneumologia, malattie infettive, trasfusionale e altri reparti. Questo lavoro d’equipe sta dando importanti risultati per lo scambio continuo di esperienze e di saperi.

RIORGANIZZAZIONE SALE OPERATORIE E REPARTI IN COVID E NO COVID

Dopo settimane dall’inizio dell’emergenza sanitaria, aumentano e sarà così anche nei  prossimi mesi, i pazienti positivi che abbisognano di cure e interventi chirurgici al di là di quelli dovute alla fase acuta della malattia. Lo stesso dicasi per i molti positivi asintomatici.
Tra i dializzati ad esempio vi sono già dei pazienti contagiati e per questi è stato necessario creare alcuni posti letto ad hoc, divisi da quelli no Covid.
Lo stesso accadrà per le sale operatorie: un blocco sarà riservato ai pazienti negativi e uno a quelli positivi. Le sale operatorie sono a pressione positiva che impedisce la possibilità di contaminazione di aria esterna. Nelle sale operatorie per pazienti positivi la pressione dovrà essere neutra (appena negativa) per evitare la possibile diffusione del contagio.
Al Poma stanno ragionando già all’allestimento della sala operatoria per pazienti Covid nella speranza che continuino a calare gli accessi al Pronto Soccorso da parte di persone contagiate e in gravi condizioni.
Qualora questo non dovesse accadere per i primi tempi la sala operatoria sarebbe destinata a ospitare alcuni posti letto Covid.
In ogni caso quello della predisposizione di aree Covid da aree no Covid sarà un percorso che dovrà necessariamente interessare tutti i reparti.

PARENTAL GROUP 

Uno dei grandi problemi dei ricoveri di pazienti contagiati dal coronavirus com’è noto è la mancanza di contatti con i familiari. Per quelli più gravi intubati poi vi è l’impossibilità proprio a comunicare.
Proprio per questo da ieri si è costituito un Parental group che avrà il compito di raccogliere al Pronto Soccorso i dati di chi viene ricoverato per poi fare da tramite con i parenti di quest’ultimo e tenerli aggiornati del decorso del proprio congiunto.
Il Poma si sta anche organizzando per far si che gli effetti personali delle persone che purtroppo non ce la fanno rimangano custoditi dalla stessa azienda ospedaliera per poi restituirli ai parenti quando questi saranno in grado di poterli ritirare. Spesso infatti i familiari delle persone decedute sono anche loro ricoverati, magari in altre strutture o sono in quarantena a casa e non possono quindi recarsi in ospedale per recuperare quanto apparteneva ai propri cari.