A Mantova studenti protestano davanti alle scuole per chiedere il ritorno delle lezioni in classe

Torna la protesta contro la didattica a distanza. Domani ci sarà un presidio anche al Liceo D'Este

MANTOVA – A lezione seduti davanti o dentro i cortili delle scuole. Sono stati numerosi gli studenti che questa mattina a Mantova, affiancati dai genitori, hanno partecipato a Schools for future, la protesta di chi dice no alla didattica a distanza e chiede di tornare a fare lezioni tra i banchi di scuola. Nessuno slogan, nessun striscione, solo la presenza dei ragazzi con i propri pc portatili e tablet, connessi con le lezioni on line dei propri insegnanti, che nonostante la pioggia si sono seduti per due ore, dalle 8 alle 10, davanti ai propri istituti per ricordare che le lezioni in presenza devono essere una priorità sul fronte educativo e formativo.

Manifestazioni simili oggi ce ne sono state in molte città italiane e del resto la data non era casuale visto che ricorreva la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
A Mantova l’iniziativa è approdata al Fermi, al Liceo Classico Virgilio, al Liceo scientifico Belfiore dove un coraggiosissimo studente ha portato avanti la protesta in solitaria, e nelle tre scuole medie della città, Sacchi, Bertazzolo e Alberti.

Nel capoluogo virgiliano si è costituito un gruppo organizzatore composto da otto genitori ma ormai sono almeno un centinaio coloro che hanno aderito al movimento, e tra questi anche insegnanti, ed è Erika Lorenzini che fa parte del gruppo iniziale, a spiegare che ” non si tratta di un movimento negazionista, sono ben consci di cosa il Covid rappresenti, ma la nostra preoccupazione è che non c’è un progetto, una strategia per far tornare i ragazzi in classe. E’ chiaro che il problema dei contagi non è dentro alle scuole ma prima e dopo, soprattutto durante il trasporto – continua Lorenzini – ma allora perchè non pensare ad aumentare i bus? Magari coinvolgendo i privati che a causa del blocco del turismo stanno peraltro soffrendo tantissimo e quindi anche per loro questo potrebbe rappresentare una bocca d’ossigeno”.
Questa mattina comunque a Mantova sia i dirigenti scolastici che alcuni insegnanti hanno dimostrato un atteggiamento molto conciliante nei confronti degli studenti che hanno aderito a School for future. Al Fermi i ragazzi, circa una ventina, sono stati fatti entrare in cortile e un coraggioso insegnante di lettere, Giorgio Signoretti, è sceso e ha fatto un’ora di lezione in presenza, un altro che non aveva lezione ha corretto delle verifiche all’esterno. Alla Sacchi è stato anche messo a disposizione degli studenti un tavolo nel giardino, al Virgilio un’insegnante ha raggiunto i ragazzi in Piazza Dante e ha fatto intervenire uno di loro durante la lezione a distanza.
La protesta continuerà: l’obiettivo è di tenere l’appuntamento fisso del venerdì ma l’iniziativa potrebbe diventare anche quotidiana.