Acqua, rincari record. Baschieri a Palazzi: “serve una tregua per i consumatori”

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MANTOVA – Acqua di Mantova sempre più salata ma in questo caso il grado di salinità non c’entra. Centrano invece gli incrementi tariffari applicati da Aqa, società controllata di Tea spa, calcolati “sulla base – come riportato da Aqa nella nota allegata alla bolletta – delle nuove tariffe del servizio idrico integrato approvate lo scorso 17 settembre dalla Provincia di Mantova”.
I rincari riguardano comunque in modo analogo anche i comuni gestiti da Aimag:
+ 9,2% nel 2025, anno in cui il 28 novembre scadrà la concessione della gestione con il passaggio al gestore unico, e da Sicam che ha attuato un aumento del 9,2% nel 2024 a cui se ne sommerà uno uguale nel 2025 fino al termine della concessione che in questo caso è fissata per il 30 giugno 2026.
Sui rincari di Aqa è intervenuto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale a Mantova Pier Luigi Baschieri che dichiara: “l’ultima bolletta dell’acqua emessa da AqA, società controllata da Tea Spa, è una doccia fredda per i mantovani. L’incremento tariffario del 9,2% a decorrere dal 1 giugno 2024 e l’ulteriore balzello del 9,2% dal 1° gennaio 2025 sono gli aumenti più alti mai applicati negli ultimi anni dalla società pubblica che gestisce il servizio idrico di tanti comuni della provincia suddivisi in quattro bacini territoriali. Al gestore sono stati riconosciuti gli investimenti realizzati, l’inflazione degli anni pregressi ed i costi eccezionali sostenuti per la fornitura della energia elettrica del 2022 destinata al funzionamento degli impianti”.

“Nessuno mette in dubbio l’impegno di AqA nell’investire per l’ammodernamento della rete al fine di limitare le perdite d’acqua che nel mantovano oscillano tra il 24/25% rispetto alla media italiana che si assesta intorno al 42%, ma questa volta si è andati oltre ogni limite. Nessun cittadino mantovano ha avuto degli incrementi salariali pari al 20% dal periodo pre-Covid ad oggi e nessuna altra società italiana ha aumentato in questo modo le tariffe. Preme ricordare che AqA nei cinque anni pregressi ha visto i propri utili raddoppiare, passando dai 596.902 euro del 2019 ad euro 1.230.844 del 2024. Con bilanci così positivi era proprio necessario picchiare così duro sulle tasche dei mantovani per un servizio tornato completamente pubblico dopo il referendum del 2011 in cui gli italiani hanno abrogato la norma che consentiva di affidare la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a soggetti privati scelti a seguito di gara ad evidenza pubblica?” si chiede il capogruppo forzista.

“Forse era più opportuno spalmare questi aumenti su un arco temporale più ampio in modo tale che l’utente evitasse di trovarsi delle bollette così care dall’oggi al domani, ma ad inquietare ancora di più è la simulazione che AqA evidenzia in una tabella comparativa tra la spesa media di un’utenza tipo (consumo 150 mc/ano) nel periodo che intercorre tra il 2025 ed il 2029 dove si passerà da una spesa per famiglia di 393 euro per arrivare dopo 4 anni a 436 euro. Evidentemente gli aumenti non sono ancora terminati. E’ per questo che invito il sindaco Palazzi e l’assessore all’ambiente Murari a stabilizzare la tariffa idrica, d’altronde AqA non è altro che una partecipata in mano a Tea Spa, società di cui il Comune di Mantova detiene oltre il 72% del capitale sociale ed è in grado di influenzarne ogni indirizzo economico e politico. Serve una tregua idrica per tutelare i consumatori in questo regime di monopolio” conclude Baschieri.

Nella tabella la spesa media di un’utenza-tipo Aqa (consumo 150 mc/anno), a partire dal 2023 sino al 2029