E’ morto a 91 anni l’avvocato matrimonialista Cesare Rimini. Ne dà notizia il sito de “Il Corriere della sera” con il quale l’avvocato, che era anche giornalista pubblicista, collaborava. Aveva scritto anche saggi e opere di narrativa.
Rimini, nato a Mantova nel 1932, su “Il Corriere della Sera” scriveva articoli sul diritto di famiglia e curava il forum “Matrimonio” per il sito.
Nato da una famiglia benestante di religione ebraica, Rimini lascia Mantova per seguire i corsi di giurisprudenza all’università Statale di Milano. Subito dopo la laurea, inizia a lavorare nello studio dell’avvocato Arturo Orvieto in via Cesare Battisti, dove è sempre rimasto, con lo studio che poi ha preso il suo nome, diventando uno degli avvocati di diritto di famiglia più importanti d’Italia.
Grande appassionato d’arte, frequentatore abituale della Scala di cui è stato presidente della Filarmonica per sette anni, grande amico di Enzo Biagi, Rimini ha scritto numerosi libri ed è stato anche presidente dell’Istituto neurologico Besta per 7 anni.
L’annuncio della scomparsa è stato dato all’Adnkronos dall’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti italiani (Ami), di cui Rimini era presidente onorario. “Cesare Rimini era il papà della nostra Associazione, ma soprattutto era un maestro per tutta l’Avvocatura ed un faro nel settore di diritto di famiglia, un vero pioniere della materia in Italia”, ha commentato Gassani.
Oltre a testi giuridici specialistici, Cesare Rimini è stato scrittore di libri divulgativi, sulla sua esperienza e anche di filastrocche per bambini: “Dica pure avvocato” (Mondadori, 1988), “Lasciamoci così… Appunti e ricordi di un avvocato matrimonialista” (Longanesi, 1994), “Una carta in più” (Mondadori, 1997), “Sei nipoti… e cinque terre” (Fratelli Fabbri Editori, 1998), “Nove nipoti… e cinque terre” (Fratelli Fabbri Editori, 2004), “E a casa, tutti bene?” (Bompiani 2006), “Le storie di Piero” (Bompiani 2008), “Forse che no. Alla ricerca dell’eleganza” (Editrice San Raffaele, 2011), “Le parole delle cose” (La nave di Teseo). Nell’ambito della letteratura per ragazzi venne coinvolto nel progetto ludico didattico “La parola alla giuria”, pubblicato a metà degli anni ’70 sul “Corriere dei Ragazzi”, ideato e sceneggiato da Mino Milani e illustrato da Milo Manara. La rubrica, che istruiva un immaginario processo a vari personaggi della storia, prevedeva una sentenza espressa dai lettori che poi veniva giuridicamente commentata da Cesare Rimini.