MANTOVA – E’ uno dei premi più prestigiosi ed ambiti per chi opera in campo sanitario, e non solo, ma ha una particolarità: viene assegnato solo a chi, a fianco dei meriti professionali, si è distinto per “il sostegno disinteressato al prossimo in difficoltà”.
E’ il premio “Prof. Giuseppe Moscati”, e quest’anno sarà assegnato al primario della Struttura di Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova Giuseppe De Donno.
Al medico mantovano è giunta in queste ore la lettera della presidente del Premio Amelia Ullucci con la quale viene comunicato al medico mantovano l’assegnazione del prestigioso riconoscimento, giunto alla XXXIII edizione, che va a “quanti, operatori sanitari o meno, interpretano la vita con umiltà ed utilizzano la loro professione per lenire le altrui sofferenze, sull’esempio di San Giuseppe Moscati , medico e scienziato insigne napoletano.
Il Premio è ambientato nel monumentale convento di San Francesco (XIII sec)a Casanova di Carinola, in cui non soltanto la tradizione popolare, ma anche autorevoli fonti storiche, danno per scontato il passaggio del Poverello di Assisi.
E’ significativo infatti che la manifestazione, che intende premiare ed incentivare umilta, sensibilita’ e carita’ si svolga nel luogo creato per il vivere degli umili, dei semplici, dei caritatevoli”.
L’evento si svolgerà il 1° novembre con la consegna del Tableux di San Leucio, simbolo del Premio Moscati, Medaglia d’argento del Presidente del Senato della Repubblica, con patrocini dal Senato, Presidenza del Consiglio, Regione Campania, Comune di Carinola, e perfino una lettera di ringraziamento del Santo Papa Giovanni Paolo II.
Un riconoscimento dunque davvero importante quello che la Commissione del Premio Moscati ha voluto assegnare al primario mantovano Giuseppe De Donno. Un’iniziativa che negli anni ha dato prova della “solidarietà e delle testimonianze d’amore” che tanti professionisti sono ancora capaci di dare.
Persone che “sanno andare oltre” come lo fu il medico Giuseppe Moscati al quale il premio è stato dedicato ed intitolato. Un medico, canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987, dall’incommensurabile carità umana, che unì scienza e fede. Nella Napoli di inizio ‘900 i poveri erano i suoi pazienti preferiti: da loro non accettava mai compenso, li curava a sue spese e li aiutava senza farsene accorgere. Sul tavolinetto della sala d’attesa un cestino e accanto una scritta: “chi può dia, chi non può prenda”.
E oltre un secolo dopo, proprio a Mantova, c’è un medico che lavora nel solco del santo napoletano, con il quale divide il nome “Giuseppe” e tanto, tanto altro ancora….