È scattato l’allarme sanitario in due regioni italiane dopo che tre persone sono morte e almeno dodici sono ricoverate in condizioni gravi a causa di una sospetta intossicazione da botulino. Il focolaio principale si è sviluppato a Diamante, località turistica della costa tirrenica cosentina, ma un altro cluster è stato registrato in Sardegna, dove è deceduta una donna di 38 anni che aveva partecipato a un evento pubblico. Il bilancio al momento è di tre vittime accertate: un turista campano di 52 anni, una donna di 45 anni di Praia a Mare e, in Sardegna, la 38enne di Cagliari ricoverata a fine luglio dopo aver mangiato salsa guacamole durante la “Fiesta Latina” a Monserrato, in provincia di Cagliari.
Due focolai, stessa dinamica: cibo contaminato venduto in strada
Al centro delle indagini c’è un venditore ambulante di Diamante che avrebbe servito panini con salsiccia e broccoli, alimenti che si sospetta siano stati contaminati dal Clostridium botulinum, il batterio responsabile della tossina. Il suo furgone, posto sotto sequestro, è rimasto per ore sotto il sole, condizione che – secondo quanto evidenziato dalla Procura di Paola – potrebbe aver favorito la proliferazione delle tossine, soprattutto se gli alimenti non erano adeguatamente conservati. In base ai primi accertamenti, tutti i pazienti ricoverati avrebbero riferito di aver ingerito lo stesso tipo di alimento da quel punto vendita.
Le vittime
La prima vittima è Luigi Di Sarno, turista 52enne di Cercola (Napoli), in vacanza in Calabria. Dopo aver consumato il panino, ha avvertito i primi sintomi e si è recato in una clinica privata a Belvedere Marittimo, ma senza ricevere, secondo i primi riscontri, un’adeguata diagnosi o trattamento. È poi tornato nella casa vacanze, ma le sue condizioni sono peggiorate al punto da costringerlo a rientrare in Campania. Durante il viaggio è stato richiesto l’intervento del 118 e dell’eliambulanza, ma l’uomo è morto prima di raggiungere l’ospedale di Lagonegro (Potenza). Stesso tragico epilogo per una 45enne di Praia a Mare, anche lei recatasi nella clinica privata senza ottenere una diagnosi tempestiva. Il fratello ha sporto denuncia, confermando che la donna aveva consumato un panino dallo stesso ambulante di Diamante. La terza vittima è una donna di 38 anni di Cagliari, tra i primi a manifestare sintomi di intossicazione dopo aver consumato guacamole durante un evento pubblico a Monserrato tra il 22 e il 25 luglio. Ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale Brotzu, è poi deceduta al Businco, dove era stata trasferita.
Dodici ricoveri, sintomi severi: “Fame d’aria” e paralisi muscolare
Al momento risultano 12 pazienti ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza, nove dei quali in rianimazione e tre in pronto soccorso. Due di loro presentano un quadro clinico particolarmente grave. “I sintomi classici del botulino sono arrivati insieme ai primi pazienti nel tardo pomeriggio di mercoledì” – ha spiegato Andrea Bruni, primario della rianimazione – “e nei casi più gravi abbiamo subito somministrato l’antidoto”. Cinque fiale di antidoto sono già state utilizzate, mentre quattro restano di scorta. Il direttore sanitario Pino Pasqua ha messo in guardia dai segnali da non sottovalutare: “I sintomi più evidenti sono la difficoltà a respirare, a deglutire e a parlare. La cosiddetta ‘fame d’aria’ è un campanello d’allarme da non ignorare”.
L’inchiesta della Procura di Paola: tre indagati
La Procura della Repubblica di Paola, guidata dal procuratore Domenico Fiordalisi, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Tre le persone iscritte nel registro degli indagati: il venditore ambulante e i rappresentanti legali di due aziende che avrebbero fornito gli alimenti. Gli investigatori – tra cui i Carabinieri del NAS e i tecnici dell’ASP di Cosenza – stanno eseguendo rilievi e esami microbiologici per chiarire se la contaminazione sia avvenuta in fase di produzione o nella successiva conservazione e somministrazione. Tra le ipotesi al vaglio, anche la responsabilità della clinica privata di Belvedere Marittimo, dove almeno due delle vittime si erano recate prima del decesso. La Procura sottolinea che “in alcuni casi il decorso clinico è stato aggravato dalla mancata tempestiva diagnosi”, con sintomi non riconosciuti come compatibili con il botulino e un conseguente ritardo nell’avvio del trattamento.
Ministero della Salute: attivati i protocolli in due Regioni
Alla luce della gravità e della diffusione dei casi, il Ministero della Salute ha attivato immediatamente i protocolli di emergenza in Calabria e Sardegna, per garantire ai pazienti un accesso rapido agli antidoti salvavita. “La tempestività dell’intervento è stata possibile grazie alla rete della Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci (Snaf) e alla collaborazione sinergica tra gli enti coinvolti”, ha spiegato Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento di Prevenzione, Ricerca ed Emergenze Sanitarie.
Codacons: “Azione legale per i cittadini coinvolti”
Sul fronte civile, il Codacons ha già annunciato un’azione legale a tutela delle vittime e di tutti i cittadini coinvolti nei due focolai, con l’obiettivo di chiarire ogni eventuale responsabilità nella catena di produzione e distribuzione degli alimenti contaminati.