Alle 21,47 fatta esplodere la bomba d’aereo ritrovata a Moglia di Sermide. VIDEO

MOGLIA (SERMIDE E FELONICA) – La bomba di Moglia di Sermide è stata fatta esplodere. Erano le 21,47 quando nel territorio tra la frazione di Moglia, dove l’ordigno era stato ritrovato, Sermide e Borgocarbonara è riecheggiato un forte boato. Quest’ultimo si è sentito nitidamente soprattutto a Borgocarbonara a causa della direzione del vento. Gli artificieri del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona, dopo una delicatissima operazione che ha comportato anche tempi piuttosto lunghi, sono riusciti a far esplodere in sicurezza la bomba d’aereo americana da 250 libbre ad esplosione differita. Le operazioni di bonifica sono state coordinate dalla Prefettura di Mantova.
Oggi pomeriggio il prefetto Roberto Bolognesi ha presieduto il Centro di Coordinamento Soccorsi che ha preceduto le operazioni di brillamento dell’ordigno. Erano presenti, oltre ai Sindaci dei Comuni coinvolti, i vertici delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco, il personale del Genio Guastatori, nonché i rappresentanti della Regione Lombardia, della Provincia, della Croce Rossa italiana, di Areu 118, del Volontariato di Protezione Civile e dei Gestori dei servizi pubblici essenziali interessati e del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, titolare del cantiere di rinvenimento dell’ordigno.
Il Centro di coordinamento soccorsi è rimasto in raccordo operativo con l’analoga struttura attivata presso la Prefettura di Rovigo e il Centro Operativo Misto attivato a Castelnovo Bariano, il cui territorio è appena al di là del Po ed è stato coinvolto fin da subito nelle operazioni di evacuazione dei residenti (zona rossa), come accaduto per quelli di Moglia di Sermide e Felonica. In tutto 800 persone a cui se ne sono aggiunte oggi altre 90 le cui abitazioni sono rientrate nella cosiddetta “zona gialla”, quella coinvolta nell’operazione dopo che è stato deciso di ampliare il raggio d’azione da 1264 a 1681 metri dall’ordigno.

I PREPARATIVI E LO SCOPPIO DELL’ORDIGNO 

Prima di dare il via alle operazioni di bonifica è stata rilevata l’avvenuta esecuzione dell’evacuazione delle persone dalle aree di sicurezza, in precedenza definite, da parte delle Forze di Polizia, con l’ausilio anche di droni del Nucleo Sapr (Sistema Aeromobili Pilotaggio Remoto) dei Vigili del Fuoco, nonché l’approntamento sotto loro responsabilità delle attività di mitigazione dei rischi da parte dei cittadini interessati. A questo punto, verificate anche le esigenze di sicurezza relative alla presenza di infrastrutture tecnologiche dei pubblici servizi, il Centro Coordinamento Soccorsi insediato a Sermide e Felonica, acquisito il “via libera” dell’omologa struttura di Rovigo, ha comunicato ai militari “luce verde” per l’avvio delle operazioni di brillamento. Gli artificieri hanno condotto le operazioni in loco a distanza di sicurezza, garantendo la riduzione al minimo degli effetti della detonazione
“L’obiettivo delle attività di bonifica è da considerarsi pienamente raggiunto. Accertata l’assenza di danni a persone e cose, i Sindaci dei Comuni coinvolti hanno disposto la revoca delle ordinanze previamente adottate, con conseguente ritorno dei cittadini alle proprie abitazioni.  Contestualmente, terminate le operazioni, il Centro Coordinamento Soccorsi di Sermide e Felonica ha concluso le attività alle ore 23” fanno sapere dalla Prefettura.

A SERMIDE POMERIGGIO DI ATTESA E TENSIONE

Un velo di tensione, denso e palpabile, è quello che oggi pomeriggio ha avvolto Sermide. La cittadina è stata come sospesa in un limbo, in attesa del brillamento della bomba, che avrebbe significato il rientro degli sfollati nelle loro case. Nel cuore pulsante della sede Comunale, la sala consiliare è diventata il centro nevralgico del coordinamento delle operazioni. All’esterno intanto, il piazzale antistante il municipio è stato un crocevia di mezzi di soccorso e di autorità. Al contrario le vie e le piazze circostanti erano deserte. La zona rossa e quella gialla, delimitate con precisione da nastro segnaletico, sono state presidiate da un continuo andirivieni di Carabinieri e volontari della Protezione Civile, sentinelle silenziose di un’emergenza che ha stravolto la normalità.

AL PALASPORT ORE DI ANSIA MA ANCHE DI SPERANZA DEGLI SFOLLATI DI RIENTRARE NELLE PROPRIE CASE

Ansia e speranza erano quelle che si respiravano anche al palazzetto dello sport, trasformato in un rifugio temporaneo per gli sfollati. Alle 18, un volontario ha fatto il suo ingresso, portando con sé un contenitore carico di vivande, un gesto semplice ma fondamentale per alleviare le difficoltà di chi ha dovuto abbandonare la propria casa. Tra gli ospiti del centro di accoglienza c’era Mustafa, un uomo di 42 anni, originario del Marocco e residente in Italia da 17 anni. È arrivato al palazzetto con la moglie e i suoi quattro figli, tra i primi a trovare rifugio in questo luogo di transito. “Sono stato il secondo ad arrivare al palazzetto,” ha raccontato, con un filo di voce, “e per fortuna stiamo tutti bene.” All’ingresso, due signore erano sedute compostamente, una delle quali stringendo al guinzaglio il suo fedele cane, un piccolo compagno di sventura in questa difficile giornata. Sandro Poltronieri e Simone Grecchi, volontari della Protezione Civile, hanno sottolineato come la gestione delle famiglie, sia italiane che straniere, sia stata improntata alla tranquillità e alla collaborazione, un esempio di civiltà e solidarietà in un momento di crisi. Fondamentale il lavoro dei volontari della Croce Rossa, che hanno offerto non solo assistenza sanitaria, ma anche un sostegno psicologico prezioso.

Il bagliore e il boato della bomba

Il boato dell’esplosione dell’ordigno