Arriva il piano provinciale per gestire il fenomeno migratorio. Stranieri già alloggiati in case confiscate alla mafia

Contrasto a caporalato e lavoro nero, il Prefetto attiverà la cabina di regia

MANTOVA – Un piano territoriale degli interventi per la gestione del fenomeno migratorio per la provincia di Mantova che costituirà la base per la progettazione – nel medio e lungo periodo – delle attività da intraprendere a livello territoriale per favorire la migliore integrazione dei cittadini stranieri nella realtà provinciale.
E’ quello a cui sta lavorando la Prefettura di Mantova nella cui sede due giorni fa si è tenuta una riunione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presieduta dal Prefetto Gerlando Iorio e alla quale hanno partecipato gli attori istituzionali, gli enti locali e i rappresentanti degli ambiti territoriali, associazioni di categoria del mondo datoriale, organizzazioni sindacali ed enti del privato sociale.

In particolare, nell’ambito dell’incontro sono stati condivisi alcuni degli aspetti di maggiore criticità che, in maniera trasversale, coinvolgono la popolazione straniera presente sul territorio e rispetto ai quali sono state tracciate possibili strategie di intervento in rete per favorire l’inclusione sociale, economica e lavorativa dei cittadini di Paesi terzi.

Tra i temi trattati, il disagio abitativo, lo sfruttamento lavorativo, tratta e sicurezza sul lavoro, l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, l’autonomizzazione linguistica ed economica degli stranieri. Nell’attuale contesto, connesso allo straordinario afflusso di richiedenti protezione internazionale sul territorio nazionale e, di conseguenza, in ambito provinciale, sono state illustrate le iniziative che hanno impegnato, negli ultimi mesi, la Prefettura con la collaborazione degli Enti del Terzo settore – gestori dei centri di accoglienza straordinari -, nell’ampliamento delle disponibilità della rete CAS. L’incremento di nuovi posti nell’ultimo anno si è reso possibile, tra l’altro, anche grazie alla partecipazione degli Enti locali e alle disponibilità immobiliari dell’ Agenzia del Demanio, acquisite direttamente dalla Prefettura.

Con la medesima finalità, e grazie all’attivazione di specifica procedura speditiva, è stata richiesta e ottenuta dall’ Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata l’assegnazione temporanea di alcune unità immobiliari per ospitare richiedenti asilo provenienti dai flussi del mediterraneo; viene peraltro assicurato l’impiego per finalità socio-assistenziali di beni sottratti alle consorterie criminali, altrimenti non utilizzati. Parallelamente alla necessità di disporre di nuovi spazi da destinare all’accoglienza, si è posta costante attenzione all’implementazione e sviluppo di attività tese all’integrazione dei richiedenti protezione internazionale. È questo il caso dell’orto sociale in corso di realizzazione presso il centro di San Benedetto Po, località Brede, ove l’immobile demaniale messo a disposizione dalla Prefettura ospita attualmente nove cittadini stranieri provenienti dai Paesi dell’Africa subsahariana.

L’attivazione del Protocollo IDOL (Incontro domanda/offerta di lavoro) intercetta questa stessa direttrice: la triangolazione tra offerta di lavoro delle aziende agricole del territorio, centri per l’impiego della Provincia e ospiti dei centri di accoglienza straordinari, finalizzata alla diffusione di una cultura al lavoro legale e all’assunzione dei lavoratori stranieri, ha raccolto il consenso anche di ulteriori settori produttivi, quali l’industria e l’edilizia, cui si estenderà l’operatività del Protocollo.

La riunione è stata, peraltro, occasione per ribadire l’impegno della Prefettura nel promuovere sinergie e best practices con il mondo del sociale e dell’imprenditoria, tematiche al centro anche dell’attuale progettualità finanziata con fondi FAMI e condotta in coprogettazione con l’Associazione Lule, ente specializzato nella lotta alla tratta di esseri umani.

Un focus specifico, inoltre, è stato dedicato alla tematica dei minori stranieri non accompagnati e le modalità di presa in carico delle Amministrazioni comunali, ed è stato approvato il piano, già condiviso con gli Enti Locali, in una prospettiva di accoglienza ripartita sul territorio.

 

 

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