“Siamo davanti alla terza ondata del contagio da Covid-19“. Così Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia, durante il Consiglio regionale tenutosi questa mattina, mentre venivano spiegate le nuove limitazioni alla provincia di Brescia e ad altri otto comuni, sette nella bergamasca e uno nel cremonese, dove è stata istituita una zona arancione rafforzata.
“I dati mostrano che a Brescia è evidente una terza ondata. Qui c’è di fatto un’incidenza doppia rispetto alle altre province del numero di casi in un determinato territorio e in determinato periodo. E’ il punto che va aggredito e su cui bisogna intervenire immediatamente” ha dichiarato Bertolaso ricordando che a preoccupare è soprattutto la presenza della variante inglese.
La situazione è critica soprattutto nella bassa bresciana. “La città di Brescia non ha focolai in quartieri e scuole specifiche. In provincia invece ci sono anche scuole dell’obbligo fortemente influenzate dall’andamento dei contagi. È chiaro che a Brescia l’andamento è in crescita”, ha avvertito il sindaco del capoluogo Emilio Del Bono.
Preoccupa anche l’aumento dei ricoveri in tutti gli ospedali della zona, dopo gli allarmi arrivati dall’Asst Franciacorta e dall’ospedale di Chiari. Ma anche gli Spedali Civili e la Poliambulanza segnalano un forte aumento dei pazienti Covid.
Il governatore Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza relativa alla nuova zona arancione rafforzata,
“E’ stata decisa una strategia di mitigazione e contenimento – sottolinea l’assessore al welfare Letizia Moratti – A Brescia e provincia si assiste a “un’accelerazione del contagio da Covid-19, con l’aggravante del pericolo delle varianti” che mostrano “una percentuale che arriva fino al 39% dei nuovi contagiati”.
Per quanto riguarda il resto del territorio lombardo pare che la situazione sia sotto controllo. La Regione, intanto, si appresta a modificare la strategia di vaccinazione. La Direzione welfare e Bertolaso hanno deciso una “rimodulazione della strategia vaccinale” come “strumento di contenimento del contagio”. In pratica, spiega Moratti, si comincerà a vaccinare nei Comuni dove ci sono i focolai, per evitare di riempire gli ospedali.
“Abbiamo chiesto al ministero la rimodulazione delle schedule vaccinali per soggetti positivi al Covid19, in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione, ipotesi validata da dati di letteratura e esperienze in corso. Una risposta positiva ci consentirebbe di avere più dosi di vaccino, ora scarse”, afferma.
I vaccini “verranno concentrati nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero le vaccinazioni partendo dai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo con presenza importante di focolaio e situazione di tensione legata alla saturazione delle terapie intensive locali”.
ECCO COSA PREVEDE L’ORDINANZA DI FONTANA